(◊ in Francia) P. Adolphe Wilpotte. (1862-1927) (Ω in Francia)
P. Adolphe Wilpotte. Marseille 1927.
Sesto superiore Provinciale della Provincia di Lione 1909-1927.
Il giorno 8 dicembre, al suono dell’angelus di mezzogiorno, scompariva una bella e nobile figura di apostolo: il P. Adolphe Wilpotte.
La Provvidenza pose la sua culla nelle Flandre francesi, dove profonda è la fede. Nacque il 19 febbraio 1862 a Haverskerque, grosso villaggio del cantone di Hazebrouck.
Una missione predicata nella sua parrocchia dai Padri Stoufflet e Meyer nel 1875 aiutò a sviluppare il suo ardente desiderio di diventare missionario.
Ordinato sacerdote, il P. Wilpotte fece le prime esercitazioni a Châteauroux. Dotato di grande talento per la predicazione, diventò ben presto soprattutto un missionario alfonsiano nella regione del mezzogiorno della Francia. Quante missioni ha dato, quanti ritiri ha predicato alle religiose, ai seminaristi!
A trentacinque anni divenne predicatore di ritiri ad ecclesiastici. La maggior parte delle diocesi della Francia ebbero la felicità di ascoltarlo. Fu un apostolo potente, un trascinatore di folle, un lottatore vittorioso contro l’empietà che talvolta attaccava le sue predicazioni.
Rettore di Marsiglia per tredici anni, Provinciale della Provincia di Lione per diciassette anni, si mostrò sempre all’altezza del suo compito.
Durante gli anni tragici della guerra, fu sublime nella carità e dedizione, visitando le comunità, i suoi soldati…. Viaggi incessanti, notti senza sonno, corrispondenza intensa, emozioni, preoccupazioni, angosce, necessità causate dalla guerra e per il dopoguerra, per riorganizzare le comunità, rimettere in cammino le case di formazione; tutto ciò contribuì molto a scuotere la sua robusta costituzione.
Il Padre Wilpotte non era un uomo come gli altri. La sua originalità non consisteva nei modi esterni, gli veniva dal fondo della sua ricca natura. Era semplice, di quella bella semplicità che incanta il cuore di Dio e guadagna facilmente quello degli uomini.
La rettitudine del P. Wilpotte, unita alla grande prudenza ed alla vasta esperienza degli uomini e delle cose, dava valore e credito ai suoi consigli. Gli guadagnò e gli conservò la fiducia di uomini eminenti e di numerose anime; realizzò soprattutto il suo merito davanti a Dio.
La vita interiore consisteva soprattutto in una visione semplice di Dio, nella considerazione abituale della sua miseria davanti a Dio, nel cammino alla presenza di Dio, nella devozione alla Volontà divina che è la stessa devozione.
La sua pietà aveva qualcosa di antico. L’umiltà non era superficiale, ma profonda. Fondamentalmente egli rinnegava se stesso e Dio attraverso lui faceva belle e grandi cose.
Si dedicava alle anime incessantemente, donandosi senza riserva: il dono di se stesso, del cuore e del suo essere intero, e non solamente con il suo lavoro. Questo dono del cuore era la causa profonda del suo potente ascendente sulle anime, della fecondità del suo molteplice apostolato.
Dopo avere esercitato per diciassette anni l’incarico di Provinciale, il P. Wilpotte si dedicò ancora ai lavori apostolici, ma per poco tempo. Infatti si riscontrò in lui un indebolimento progressivo.
Colpito per la seconda volta da una congestione conseguente ad una crisi di uremia, l’urea invase il cervello e furono per otto giorni agitazione e delirio intermittente. Da allora pregava senza tregua, si comunicava tutte le mattine e riceveva con gioia la visita dei confratelli. Dopo avere ricevuto gli ultimi sacramenti e rinnovato i voti, rese la sua bella anima a Dio il giorno 8 dicembre.
Alla notizia della sua morte il Rev.mo Padre Generale scriveva: «È una grande perdita per la Congregazione; perché il caro defunto era un vero Redentorista ed un vero apostolo. Sono sicuro che avrà una bella corona nel cielo». «Ego autem libentissime impendam et super impendar ipse pro animabus vestris». 2 Cor. 12-15.
Professione: 24 settembre 1883.
Ordinazione sacerdotale: 6 ottobre 1888.