Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 3 marzo
Questo giorno vissuto con spirito redentorista
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1. Dalle Costituzioni e statuti
Art. 7: La povertà
I Redentoristi procurino di avere lo stesso spirito che animava la comunità apostolica. Questo spirito li rende segno della vita fraterna dei discepoli di Cristo, dei quali si dice: “La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”.
Perciò tutti i beni saranno posseduti in comune e per l’uso comune: saranno modesti, ma convenienti alla loro condizione.
Tutto ciò che un congregato acquista con la propria attività o in vista della religione, lo acquista per la religione e deve incorporarlo coi beni della comunità. (Cost.62).
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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’Amore verso Dio.
- Pensiero = Dio è amore. Noi non siamo in questo mondo che per amare Dio. È qui il nostro fine, tutta la nostra dignità, tutta la felicità dell’uomo. Dal momento che l’uomo ama altra cosa che Dio o non l’ama per Dio, egli si avvilisce e si rende infelice. (Ven. P. Joseph Passerat).
- Testimonianza = su Fratello Antonio Lauro. – Leggi tutto.
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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi e Spiritualità
Esempi di Fede dalla tradizione Redentorista
Sant’Alfonso è il santo del secolo dei lumi. Pur vivendo dentro una società cristiana, ha avvertito una crescente ostilità verso la Chiesa, e l’importanza sempre più rilevante assegnata alla ragione. È del 1765 una sua lettera in cui lamenta una diffusione sempre crescente a Napoli, di libri ispirati ad una visione atea della vita.
Lui stesso sperimentò la fatica di credere. All’inizio della sua permanenza al Collegio dei Cinesi (1729-1732), dice Tannoia, si trovò a vivere una vita arida e desolata. Nella messa non ritrovava devozione, l’orazione gli procurava tedio: cercava Dio e non lo trovava: “vado da Gesù Cristo e mi rifiuta, ricorro alla Madonna e non mi sente”, era solito dire in quel periodo.
Alfonso non smise però di andare avanti, con la sola speranza di poter dare gusto a Dio anche così. È questo perseverare nell’oscurità che gli permetterà di ritrovare la gioia del credere.
La fede di Alfonso nasce guardando alla persona del Redentore, vedendo in Cristo la chiave che apre la storia e la spiega. Gesù non è un oggetto da conoscere, da studiare per poi servirsene nella predicazione. Solo l’amore permette di capirlo, quello stesso amore che trova accenti non superati nelle Visite al SS. Sacramento e a Maria Santissima, o nella Novena del Natale.
Anche il “soggetto inutile” san Gerardo può insegnarci tanto sulla fede: soprattutto quando nelle sue lettere parla di “fede che gli è vita” e di “vita che gli è fede”, e quando spera di “essere e vivere impastato di santa fede”. Questo continuo e reciproco rimando tra i semplici fatti della vita e le esigenze di un camminare nella fede, seguendo i passi di Gesù Cristo, è qualcosa che ci provoca ancora oggi.
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Da conoscere
Centro di Spiritualità Redentorista.
Da visitare
Formazione Continua Redentorista
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4. Un canto di S. Alfonso
Viene un Dio tutto pietà – Canta P. Fruibert e il Coro Alfonsiano
Viene un Dio tutto pietà
a chiamarti in questi giorni;
ma se presto a Dio non torni,
Dio non più ti chiamerà
Il mio Dio mi manda qui,
di pietà messaggio io sono;
ma chi sa se di perdono
sia per te l’ultimo dì?
Ama un Dio che tanto t’ama,
anzi ch’è lo stesso Amore;
ti va appresso, ognor ti chiama,
e ti dice: torna figlio, torna al padre,
torn’agnello al tuo Pastore”.
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5. Una immagine al giorno