Vita Redentorista 61

Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 2 marzo

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti
Art. 7: La povertà
I Redentoristi procurino di avere lo stesso spirito che animava la comunità apostolica. Questo spirito li rende segno della vita fraterna dei discepoli di Cristo, dei quali si dice: “La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune”.
Perciò tutti i beni saranno posseduti in comune e per l’uso comune: saranno modesti, ma convenienti alla loro condizione.
Tutto ciò che un congregato acquista con la propria attività o in vista della religione, lo acquista per la religione e deve incorporarlo coi beni della comunità. (Cost.62).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’Amore verso Dio.

  • Pensiero = Quanti per studiare assai e farsi dotti non si fanno né santi né dotti, perché la vera dottrina è la scienza dei santi, cioè il saper amare Gesù Cristo: mentre all’incontro l’amore divino apporta seco la scienza e tutti i beni. (S. Alfonso).
  • Testimonianza = su P. Giuseppe Muscari e Ven. Domenico Blasucci. – Leggi tutto.

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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi in Iraq
Intervista (nel 2010) all’Arcivescovo Bashar Matti Warda, C.Ss.R.
di Gary Ziuraitis, C.Ss.R.

L’Arcivescovo Bashar Matti Warda, C.Ss.R., dell’Iraq, è venuto a Roma per partecipare al Sinodo Straordinario dei Vescovi del Medio Oriente e ha anche partecipato ai festeggiamenti per l’Arcivescovo Tobin. Ci siamo seduti con l’Arcivescovo Bashar per una conversazione sulla sua vita e sul suo lavoro in Iraq. Una settimana dopo questa intervista, i terroristi hanno attaccato una Chiesa Cattolica di Rito Siriano a Bagdad con forti perdite di vita, incluso un sacerdote].
Qual’è la storia della sua vocazione?
– Sono entrato in seminario nel 1981. La nostra casa stava vicino ad esso e prima di entrarvi, stavamo sempre nei sui paraggi e i seminaristi ci insegnavano il catechismo. Li ammiravo veramente. La mia prima, vera, esperienza di una chiamata al sacerdozio è arrivata durante la guerra del 1991, la prima Guerra del Golfo. Allora stavo al mio primo anno di Teologia e c’erano bombardamenti ovunque.
Non avevamo niente da fare se non andare in chiesa e stare con i giovani. Le notti erano molto lunghe e dovevamo stare svegli per i bombardamenti. Stavamo sempre ammucchiati in gruppi di circa dodici giovani in spazi veramente limitati. Durante la notte i giovani facevano molte discussioni ed esprimevano preoccupazioni: mi chiedevano del Vangelo, dei Sacramenti, della Missione della Chiesa……. chiedevano, chiedevano e chiedevano.
Col passare dei giorni queste discussioni si sono approfondite sempre di più arrivando a chiedere della loro vocazione come laici. Allo stesso tempo, mi è stato chiesto della mia decisione di diventare sacerdote. Durante questi giorni mi sono reso conto che la mia chiamata era cresciuta e c’erano sempre gli esempi di Padre Vincent van Vossel, C.Ss.R., e degli altri Redentoristi che prestano servizio in Iraq.

Quali sono le condizioni attuali nella società e nella Chiesa irachena?
– Per quanto riguarda la società, essa varia da provincia a provincia nelle regioni del sud, dell’occidente, di Baghdad e Mossul. La parte nord del paese composta dalla regione del Kurdistan è quella più calma. Nel resto del paese la violenza non è come quella di due anni fa, ma il processo politico è molto difficile…
Ci sono 14 differenti denominazioni cristiane in Iraq. La maggior parte dei Cristiani Cattolici sono Caldei, ma abbiamo anche il Rito Latino, il Rito Siriaco, il rito Melchita e i Cattolici di rito Armeno. Nelle due vaste province di Baghdad e Mossul, dove c’erano la maggior parte dei Cristiani, due terzi dei Cristiani sono scappati da Baghdad e Mossul. Fortunatamente circa un terzo è emigrato verso le province del nord, ma un terzo di essi si sono persi completamente nel paese e probabilmente non torneranno più. Da una popolazione cristiana di 800.000 persone, che include tutte le denominazioni cristiane, ora noi siamo a circa 400.000 persone.

Quanti sacerdoti avete?
Abbiamo 10 sacerdoti attivi e 2 in pensione – per un totale di 12. La mia diocesi è quella di Erbil, situata nella parte nord della regione ed è molto sicura. Tuttavia abbiamo una pressione, a livello pastorale, di 4000 famiglie che sono fuggite dalla violenza di Baghdad e Mossul dove alcune chiese sono state chiuse. Ho dovuto costruire nuove chiese, e in tre anni ne ho fatte 2, ciascuna per 1000 persone. C’è un estremo bisogno.
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4. Un canto di S. Alfonso
Offesi te, mio Dio Elaborazione di Stelvio Cipriani.

Perdono, mio Dio – Demo digitale.

Perdono, mio Dio!
Mio Dio, perdono!
Perdono, mio Dio!
Perdono e pietà!

[audio:/alfonso/22Digitale/34Perdono22.mp3]

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5. Una immagine al giorno

Iraq - L'Arcivescovo Bashar Matti Warda, redentorista, assicura che i cristiani per testimoniare la propria fede rischiano ogni giorno la propria vita. E il timore è cresciuto dopo il massacro avvenuto il 31 ottobre 2010 nella Chiesa di Rito Siriano di Nostra Signora della Salvezza. Allora un gruppo di terroristi legati ad Al Qaeda ha preso d'assalto la Chiesa, ed ha immediatamente ucciso i due sacerdoti che erano sull'altare, ed ha preso la congregazione in ostaggio. Le forze di sicurezza irachene hanno a loro volta assalito la Chiesa per liberare gli ostaggi, ma non prima che i terroristi suicidi facessero esplodere le loro vesti cariche di esplosivo e di bombe a frammentazione: 58 morti e 70 feriti.