Vita Redentorista 55

Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 24 febbraio

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti
Art. 4: Tutti missionari
Con la professione religiosa i Redentoristi diventano tutti veri missionari: chi è occupato nelle varie mansioni del ministero apostolico e chi ne è impedito; chi presta la sua opera nei molteplici servizi in favore della Congregazione e dei confratelli e chi è vecchio, malato o disadatto ai lavori fuori casa, e specialmente chi soffre e muore per la salvezza del mondo. (Cost.55).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: La Speranza.

  • Pensiero = Tutta la fiducia si deve collocare in Dio persuasi che niente possiamo da noi stessi. Dio opera tutto con la sua grazia; però si serve della facoltà dell’anima nostra come di mezzi, e vuole che a alla grande opera delle Missioni noi prestiamo tutta la capacità e le forze che ci ha date.  (Antiche Costituzioni e Regole C.Ss.R.).
  • Testimonianza = su P. Bernardo Hafkenscheid. – Leggi tutto.

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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi di Spagna
150 anni di presenza redentorista.

Il 23 e 24 febbraio 2013 i Redentoristi di Spagna con una bella cornice di confratelli provenienti da tutto il mondo festeggiano con gioia i 150 anni dell’arrivo dei primi Redentoristi nella loro terra (1863-2013). Dal sito della Provincia di Madrid ecco alcune note storiche.
I Redentoristi si stabilirono per la prima volta nella penisola iberica in Portogallo nel 1826. Re Juan VI volle una comunità religiosa che curasse pastoralmente i tedeschi e gli austriaci di Lisbona e il responsabile per i Padri Redentoristi del Centro Eeuropa, P. Passerat, mandò un gruppo di austriaci.
Nel 1830 il re di Spagna, Fernando VII, sposerà la sua quarta moglie, Maria Cristiana de Borbón. Era figlia del re di Napoli e suo confessore era il P. Cocle, superiore generale dei Redentoristi. P. Cocle esortò il p. Weidlich, uno Redentorista austriaco di Lisbona, a fare visita al re di Napoli e alla nuova regina di Spagna, nella speranza di ottenere la desiderata Fondazione in Spagna.
P. Weidlich andò a Madrid ed espresse a Donna María Cristina il desiderio di una fondazione  in Spagna. Col favore reale, sembrava sicuro che presto si sarebbe fondata una comunità in Spagna, al punto che , nel 1830p. Weidlich fu nominato superiore della futura Comunità di Madrid. Ma nel 1833 il progetto saltò. La rivoluzione portoghese mandò in esilio il re D. Miguel e con esso anche i Redentoristi.
Dieci anni più tardi, nel 1843, Isidoro Antoñanzas, un sacerdote di Calahorra si presenta al noviziato redentorista  di Finale (Italia) per farsi missionario. A causa della sua vicinanza ai carlisti dovette lasciare la Spagna. A Friburgo incontra i Redentoristi e strinse amicizia con Susana Schönthal, Madre Antonia de Oviedo, fondatrice delle Suore Oblate del SS. Redentore. Egli professò come missionario Redentorista nel 1843, ma nel 1845 morì di grave polmonite.
L’ultimo tentativo: Andrés Martínez Novoa
Alla fine, chi ha fatto diventare realtà l’arrivo dei Redentoristi in Spagna è stato un sacerdote spagnolo Andrés Martínez de Noboa, nato a Madrid nel 1805. Nel 1835 ha condiviso con i fratelli Vicuña la creazione della Casa della Carità per giovani orfani e servi, seme della futura opera dei Religiosi di Maria Immacolata. Durante una conversazione con una signora che conosceva i Redentoristi in Belgio, D. Andrés scoprì, con stupore che S. Alfonso, che egli conosceva attraverso i suoi libri di teologia e morale, aveva anche fondato una Congregazione di missionari. E gli venne l’idea di chieder loro di venire in Spagna.
Nel 1854, D. Andres scrisse una lettera a Roma, al Superiore Generale dei Redentoristi, Padre Nicholas Mauron. In essa esponeva il suo desiderio di portare in Spagna la Congregazione fondata da sant’Alfonso. Anche se l’idea piaceva molto al P. Maurón, non aveva disponibile alcun Redentorista che parlasse spagnolo: quindi la risposta fu  una reliquia di sant’Alfonso e la promessa di rispettare questa richiesta in seguito.
Otto anni più tardi, nel 1862, approfittando dei numerosi sacerdoti andati in pellegrinaggio a Roma, D. Andrés inviò una nuova lettera al p. Maurón attraverso il suo amico Don José Pascual García. Gli ricordava la promessa e gli chiedeva se poteva mantenerla come promesso. E lo poteva, perché in Roma c’era un Redentorista che conosceva lo spagnolo, il p. Víttorio  Loyodice. Era napoletano, aveva 29 anni ed era appena tornato dalla Colombia, dove era stato due anni. Lo stesso p. Loyódice fece da interprete nel dialogo e si impegnò a partecipare al progetto della Fondazione.

I tre fondatori furono Vittorio Loyódice e Gil Zanoni sacerdoti e il fratello Luigi Zanichelli.
Leggi tutto sul sito dei Redentoristi di Spagna.

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4. Un canto di S. Alfonso
Figlio, deh! torna; o figlio,
Gesù Cristo qual Padre del figlio prodigo – Canta Coro Alfonsiano di Pagani.

Figlio, deh! torna; o figlio,
torna al tuo Padre amante;
ahi! quante volte, ahi!quante
io sospirai per te.

Pensa che figlio sei,
pensa che Padre io sono;
torna, che ti perdono,
non dubitar di me.

Da che mi abbandonasti,
pace non ebbe il cuore;
sempre languii d’amore;
asempre penai per te.

Te per le valli e i monti,
e notte e dì cercai;
sempre gridando andai:
il figlio mio dov’è?

[audio:/alfonso/00Canzoncine/07Fgliodeh0.mp3]

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5. Una immagine al giorno

L’avvio della presenza dei Redentoristi in Spagna avvenne con il pioniere P. Vittorio Loyodice (a destra nella foto), che parlava la lingua spagnola. P. Loyodice era napoletano, aveva 29 anni ed era rientrato in Italia – unico superstite – dalla Missione del Casanare (Colombia).