Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 22 novembre
Questo giorno vissuto con spirito redentorista
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1. Dalle Costituzioni e statuti 1. Statuti Generali – Sezione seconda – Il regime (Vice-)Provinciale. – – Art. 5: Il Governo delle comunità nella (Vice-)Provincia.
a) Gli Statuti (Vice-)Provinciali devono determinare il tempo opportuno richiesto dopo la professione perpetua, per potere essere designati superiori locali.
b) I superiori di comunità siano designati per un triennio, salvo quanto prescritto dal diritto orientale. Al termine del triennio, possono essere designati nuovamente per un tempo analogo.
Tuttavia, se qualcuno dovesse essere costituito superiore per un terzo triennio nella stessa casa, è richiesta la conferma del Governo generale.
c) In ogni comunità il superiore avrà il suo Vicario, designato a norma degli Statuti (Vice-)Provinciali. (Stat. Gen. 178).
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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: La preghiera.
- L’orazione mentale,
quanto è necessaria a salvarci ed efficace a farci conseguire ogni bene,
altrettanto è dolce, soave e piena di consolazione a praticarsi, sicché se il
Signore ce la proibisse, dovremmo considerare tal divieto come un castigo
gravissimo e piangere amaramente la nostra disgrazia. (Beato Gennaro Sarnelli). - Testimonianza = Beato Gennaro Sarnelli. – Leggi tutto.
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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi di Brasile
2013- L’esperienza di essere Vescovo Redentorista
Intervista a Padre Darci Nicioli, Vescovo Ausiliare di Aparecida, Brasile, nominato da Benedetto XVI il 14 novembre 2012 Egli ha scelto come motto: “Che la Tua Luce brilli!”.
In che modo sta vivendo i primi mesi da Vescovo?
Come Vescovo ho avuto il privilegio di rimanere in una Chiesa dove già mi ero inserito, poiché mi sono trasferito ad Aparecida quando avevo 13 anni ed ho vissuto là molto tempo della mia vita. È vero che una volta, diventato sacerdote, sono stato trasferito in altri luoghi, con altre Missioni anche al di fuori del Paese, ma la maggior parte del mio ministero sacerdotale l’ho vissuta ad Aparecida, al servizio della Chiesa del Brasile, in quella particolare Chiesa di Aparecida, come Missionario Redentorista.
Ora è chiaro che è differente per me servire da Vescovo, anche perché le aspettative delle persone sono altre, sia per quanto riguarda i Confratelli sia per quanto riguarda il resto del popolo.
Un elemento nuovo che noto e metto in risalto è quello di vivere da solo. È un apprendistato. Per esempio, dopo un giorno di lavoro, c’era da organizzare la vita comunitaria, mentre ora torno a casa e sono solo, ma ho scoperto un nuovo momento per pregare.
Cosa si potrebbe dire sulla Missione di un Vescovo Ausiliare. Per intenderci: io sono Vescovo titolare di Fico, Argeria: è costume della Chiesa; una Chiesa Particolare che non è più attiva è affidata, direttamente, ad un Vescovo che non ha una Chiesa da governare.
Ora, in concreto, io sono là accanto al Cardinale Arcivescovo di Aparecida, Mons. Damasceno, assistendolo in ciò di cui ha bisogno, quindi sono il suo Vescovo Ausiliario e, siccome egli è Presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile ed ha molti impegni fuori dall’Arcidiocesi, io posso svolgere tale incarico. Mons. Damasceno, in conformità del Diritto Canonico, mi ha nominato Vicario Generale, e questo è un altro apprendistato. Mons. Damasceno mi insegna tanto.
In che modo Lei può continuare ad essere un Redentorista dopo la Nomina Episcopale?
È chiaro che sotto l’aspetto canonico, io non sono più un Redentorista poiché non ho più voce passiva ed attiva all’interno della Congregazione, ma non mi dimentico di essere tale perché in questo sono stato istruito, è dentro di me. È la capacità di essere apostolo, la capacità di essere Chiesa: questa è la capacità Redentorista. Intanto, io sono un Vescovo redentorista e rispetto a questo non c’è dubbio.
Ho anche un altro privilegio: ho un pulpito meraviglioso che è il Santuario di Aparecida, e noi Redentoristi abbiamo come Missione la predicazione esplicita della Parola di Dio. Io cerco e non rinuncio, in nessun modo, di predicare, a un ritiro, ad una novena, ad una festa. Sono sempre disponibile perché capisco che è la capacità di essere Redentorista.
Pertanto, come Vescovo, continuo ad annunciare la Parola di Dio: annunciare Gesù Cristo come Dio Misericordioso, come Dio bontà, come Dio interlocutore di tutti gli uomini nella sua storia. È questo che faccio come Vescovo Redentorista e poi, Sant’Alfonso, era un grande devoto della Madonna. Ancora un privilegio per me; mi trovo ad Aparecida per annunciare la bontà di Dio dalle mani affettuose di Nostra Signora di Aparecida, non solamente all’interno del Santuario ma anche, attraverso i mezzi di comunicazione, per tutto il Brasile.
E ora un dettaglio importante: anche Sant’Alfonso è stato Vescovo, ed è stato un vescovo molto vicino ai poveri, un Missionario nella sua essenza. Intanto, io cerco di essere un Vescovo Missionario, disponibile per i poveri.
Un piccolo commento da parte sua sull’Anno per la Promozione della Vocazione Missionaria Redentorista.
Desidero parlare di un mio sogno. Vedo che abbiamo tutti gli strumenti per proporre la bellezza dell’essere Redentorista e la grandiosità della Missione Alfonsiana, e vedo che, molte volte, non facciamo uso di questi strumenti.
C’è un sogno che tengo nel cuore: investire di più in quel luogo dove sto ora, che un tempo chiamavamo Seminario Minore. Sono convinto che non possiamo aspettare che i bambini abbiano un’età più matura. Il mondo è mutato e, in molti ambienti familiari, diventa difficile coltivare una vocazione, e, triste a dirsi, questa è la dinamica del mondo di oggi.
È necessario portare questi ragazzi al Seminario ed aiutarli a discernere la Volontà di Dio, ed accompagnarli nella crescita intellettuale, affettiva e spirituale, e noi non stiamo facendo questo con competenza. Ciò mi irrita da molto tempo, poiché sono stato formatore per molti anni, e questa situazione è sempre stata una sfida per me.
Abbiamo una proposta meravigliosa, attraente e molto attuale per la Chiesa di oggi. Ho un’assoluta certezza: se questa proposta venisse fatta in modo speciale tutti i giovani se ne innamorerebbero. Stiamo perdendo molti giovani per due motivi: primo, per non invitare o per non farlo in modo attraente, secondo, se essi si avvicinano, non ci prendiamo cura di loro nel modo migliore, ed è necessario fare questo per i nostri giovani.
L’Anno Vocazionale costituisce una sfida maggiore per coloro che già hanno fatto la loro prima professione, per coloro che già sono Redentoristi. La sfida maggiore per noi è, quando attrazione e forza usciranno dal nostro cuore, poterle riflettere su coloro che ancora non hanno scoperto la bellezza di essere Redentorista.
Dal Bollettino Scala, novembre 2013
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4. Un Canto di tradizione redentorista
Ferma in seno ho la speranza
(In onore di S. Giuseppe)
Ferma in seno ho la speranza
di trovarmi un giorno in cielo
a goder senz’altro velo
la divina amabiltà.
Non vi sia chi mi condanni
di arroganza, o folle ardire,
senza pria da me sentire
in chi fondo il mio sperar.
Il cammin che va alle stelle
so, che spiace al senso frale;
né lo calca alcun mortale
senza gemiti e dolor.
Demo cantata da Anna Risi.
[audio:/TradizRedARisi/64-FermaInSeno.mp3]
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5. Una immagine al giorno.