Vita Redentorista 269

Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 26 settembre

Questo giorno vissuto con spirito redentorista

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1. Dalle Costituzioni e statuti
1. Statuti Generali – Sezione seconda – Il regime generale.
– Art. 2: II Governo generale. I. Il Superiore Generale e il suo Vicario.
Il Superiore Generale ha il diritto di assistere personalmente o per mezzo di delegati ai Capitoli (Vice-)Provinciali e alle riunioni e assemblee interProvinciali. (Stat. Gen. 121).

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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: La mortificazione.

  • La mortificazione esterna, come l’uso dei flagelli, dei cilizi e degli altri strumenti di penitenza, non è né assolutamente necessaria, né tanto difficile; mentre la mortificazione interna della propria volontà, delle naturali inclinazioni, della superbia è assolutamente necessaria per l’acquisto della virtù cristiana, ed anche molto più difficile. (S. Clemente).
  • Testimonianza = P. Paolo Cafaro. – Leggi tutto.

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26settembre2

3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi della Provincia San Clemente
2013 – Sulla via di una spiritualità del dialogo – Unire le differenze: evangelizzazione come costruzione di ponti.
di Eric Corsius

Uno sguardo alla riunione dei Redentoristi e  Collaboratori pastorali
della Provincia di San Clemente.
Settembre 2013, Waldbreitbach [Germania].

I Redentoristi hanno il compito speciale di portare il Vangelo ai più abbandonati. Essi ritengono loro dovere costruire ponti sopra profondi precipizi, e vedono come loro sfida il colmare le grandi differenze. Ciò prende significato diverso in ogni momento e in ogni luogo. Nel nostro contesto, ora più che mai noi siamo a confronto con il compito di gestire le differenze: differenze culturali, differenze tra credenti e non credenti, differenze tra le generazioni, differenze tra i fedeli, anche nel nostro ambiente.

I. Il punto di vista della Prof.sa Manuela Kalsky
La teologa Manuela Kalsky – che è specializzata nel tema della diversità e spesso parla su questo tema ai vari Religiosi – ha dato un bell’impulso ai problemi descritti durante il Forum Teologico Pastorale della Provincia Redentorista di San Clemente. L’incontro ha avuto luogo a metà settembre in Waldbreitbach

Nella sua prima conferenza la signora Kalsky ha descritto il contesto attuale in cui viviamo e lavoriamo e dove si predica  in un clima di secolarizzazione e individualismo, di globalizzazione e di migrazioni. Le parole chiavi sono state: uscire dalla chiesa , appartenenza religiosa molteplice, identità biculturale. “Come andiamo noi, in questo contesto, con le differenze e col rapporto unità-molteplicità?” – ha chiesto – “E come facciamo a passare dalla posizione di aut-aut ‘ a ‘questa e quella sia’? In altre parole , come possiamo raggiungere un ‘nuovo Noi’?

Questa domanda non è limitata alla sociologia. Il modo in cui rispondiamo alle domande di cui sopra ha anche conseguenze per la teologia, ha ribadito Kalsky nel suo secondo intervento. A seconda di dove noi saremo davvero, seguirà anche la comprensione e la ‘definizione della Verità’, come se fosse una Verità in movimento. E se noi abbandoniamo la pretesa di esclusività o di superiorità di Gesù Cristo (perché, per esempio, questa affermazione potrebbe costare la nostra apertura e tolleranza): allora noi non saremmo semplicemente dei ‘credenti di prima linea’, ‘ma credenti con Gesù’. Poi ci allineiamo insieme con lui nella prospettiva del regno di Dio, come ‘vita buona per tutti’ .

II.  Importanza per ‘noi’ e il nostro lavoro.
Il trasparente e piacevole modo di Manuela Kalsky di presentare i suoi pensieri in relazione al provocatorio contenuto del suo discorso, ha sollevato un vivace scambio.
Soprattutto, si è presentata la necessità di affrontare a fondo le tematiche che seguono. Con questo abbiamo fatto un inizio durante l’incontro.

  • A. Proclamazione esplicita e Annuncio silenzioso attraverso la presenza.
    Che cosa significa annunciare in una società pluralistica e laica? Questo compito richiede grande creatività. La creatività viene richiesta nell’ambito del linguaggio, nel tentativo di farsi capire e, allo stesso tempo, di comprendere gli altri, nella ermeneutica e a livello di testimonianza attraverso la qualità della nostra vita comunitaria.
  • B. Reazione specifica e forme di dialogo nei nostri progetti.
    Il dialogo richiede tempo ed energia. Noi seguiamo progetti che sono Redentoristi, ma che hanno anche tracce e approcci di dialogo vero. Per alcuni, è molto importante che in questo dialogo noi prima abbiamo chiara la nostra identità e la comprensione di noi stessi, in modo che siamo pronti a dialogare con l’altro. Una forte identità in primo piano. In questo modo Internet offre una piattaforma per mettere il profilo della nostra identità.

    Per altri, il dialogo significa mettere la propria vecchia identità da parte, ed avviare con una identità aperta e vulnerabile il dialogo.
    Nei nostri progetti già incontriamo persone che probabilmente non saremmo mai in grado di convertire alla nostra auto-comprensione, ma con i quali abbiamo valori fondamentali comuni e sono nostri partner. Qui si può pensare alle scuole, ma anche ai visitatori occasionali delle nostre chiese e dei luoghi di pellegrinaggio . Anche in questo settore , Internet può essere un luogo di incontro.
  • C. Promuovere la riflessione.
    Noi crediamo che sia importante creare ed utilizzare luoghi dove riflettiamo sulle esperienze che facciamo con la nostra presenza e con la nostra altra pratica. Quali segni dei tempi vi vediamo? Prendiamo sul serio i segni del regno di Dio? Gli incontri di studio come il Forum Teologico Pastorale possono formare una piattaforma per la riflessione teologica sulle nostre esperienze.

In questo contesto, tra l’altro, si è posta sul tavolo a Waldbreitbach la domanda come noi, se ci mettiamo in dialogo con gli altri, possiamo presentare Gesù come il Cristo centrale. Alla domanda è stato risposto in modi diversi.
Un’altra domanda scottante è stata se è giustificata l’affermazione che la nostra presenza in aree svantaggiate sia una anticipazione del regno di Dio. È una un’aspettativa esagerata?, è stato chiesto.
Dal momento che in questa riflessione e discussione abbiamo presentato diverse opinioni e punti di vista (e probabilmente continueranno), questa riflessione in quanto tale è già un esercizio di dialogo.

III. In conclusione: una spiritualità del dialogo?
Guardando indietro, mi rendo conto che dal nostro incontro di studio abbiamo ricevuto la sfida di sviluppare una ulteriore spiritualità di dialogo. Nella sequela di Gesù come servo sofferente e sulle tracce dei santi Religiosi, siamo invitati a coltivare un’identità aperta e vulnerabile (che non vuol dire essere di personalità debole!)
– Sono consapevole che tutte le nostre parole e pensieri, gesti ed emozioni, credo e pratiche sono solo frammenti e rappresentano solo un debole riflesso del mistero insondabile del regno di Dio e che sono solo piccoli passi lungo la strada.

Eric Corsius
Wittem 20 settembre 2013

(traduzione dal tedesco: P. Salvatore Brugnano)
Leggi l’originale sul sito web.

4. Un Canto di tradizione redentorista
Dal Rosario cantato
(Ave Maria)

Ave Maria
Dio ti salvi, o Maria,
piena di grazie.
Il Signore è teco.
Tu sei benedetta
fra le donne:
e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.

Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi
peccatori,
adesso,
e nell’ora
della nostra morte,
così sia.
Demo cantata da Anna Risi.
[audio:/TradizRedARisi/09-AveMariaRosario.mp3]

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5. Una immagine al giorno.

2013 - Waldbreitbach [Germania]. Redentoristi e Laici Collaboratori insieme per un Forum pastorale: Unire le differenze: evangelizzazione come costruzione di ponti. La teologa Prof. Manuela Kalsky ha guidato le riflessioni.
2013 – Waldbreitbach [Germania]. Redentoristi e Laici Collaboratori insieme per un Forum pastorale: Unire le differenze: evangelizzazione come costruzione di ponti. La teologa Prof. Manuela Kalsky ha guidato le riflessioni.