Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 21 settembre
Questo giorno vissuto con spirito redentorista
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1. Dalle Costituzioni e statuti
1. Statuti Generali – Sezione seconda – Il regime generale.
– Art. 1: Il Capitolo Generale – I. Competenza.
a) Il Capitolo Generale esamina e giudica lo stato della Congregazione nei suoi vari aspetti: vita apostolica, governo, formazione, incremento delle vocazioni, beni temporali e loro amministrazione.
b) A tale scopo il Governo Generale preparerà le dovute relazioni in base ai dati raccolti dalle (Vice-)Province. (Stat. Gen. 116).
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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: La mortificazione.
- Attendete a non fare altro che offrirvi a Dio senza riserbo, abbandonandovi tutta nella divina volontà, acciocché ne faccia di voi ciò che gli piace. E persuadetevi che il far la volontà di Dio è la devozione di tutte le devozioni. (P. Paolo Cafaro).
- Testimonianza = S. Gerardo. – Leggi tutto.
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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi di Italia – Palermo
2013 – Settimana Alfonsiana, 21-29 settembre.
Parte oggi l’appuntamento alfonsiano settembrino organizzato dal redentorista P. Nino Fasullo ricco di interventi di musica e di arte. L’evento, che è alla sua 19ª edizione, richiama ancora tanti amici redentoristi, studenti, insegnanti, intellettuali e amanti della buona musica per un proficuo approfondimento di tematiche cristiane nel segno di Alfonso Maria de Liguori, il Santo e il Dottore dell’abbondante Redenzione di Cristo. – Il tema è nelle parole di Gesù: “Gli rispose: oggi sarai con me nel paradiso” (Luca 23,43).
La porta del Paradiso
“Oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43).
Era in croce Gesù quando con queste parole rispose al ladrone che con sorprendente confidenza gli aveva chiesto di ricordarsi di lui una volta entrato nel suo regno. Qual è il senso della umanissima preghiera del ladrone e della incredibile risposta di Gesù che spalanca il Paradiso al brigante che gli sta accanto appeso, come lui, all’albero maledetto? Cosa legava Gesù e il bandito, l’innocenza e la colpa? Quale profondissima complicità univa i due sull’abisso della morte che abbatte tutti, reprobi e innocenti? L’evangelista non sembra dire molto. Affida tutto alla pietà intelligente di chi entra in quelle parole e vede e comprende anche ciò che resta nascosto nel Gòlgota dell’umanità perdente.
Evidente è invece il destino comune di una stessa condanna, uno stesso patibolo, una uguale morte di uomini sconfitti. A cui però comune è anche – ecco il senso – lo stesso Paradiso.
È impossibile comprendere il significato delle parole di Gesù e del ladrone se le isoliamo dal contesto fortemente drammatico della crocifissione, il supplizio più atroce – mors turpissima crucis – dai romani riservato agli schiavi. Implicava l’orrendo massacro del corpo al quale non veniva risparmiata nessuna crudeltà.
Pilato – “giudice ingiusto e iniquo” lo apostrofa sant’Alfonso – quando ordinò di flagellare Gesù non pensava certo di consegnarlo a uomini gentili e a mani delicate ma a aguzzini sadici privi di pietà. I quali lo sfigurarono con strumenti spaventosi. Le ultime ore di Gesù passarono tra percosse umiliazioni e dileggi, con porpora sulle spalle, corona di spine in testa, una canna per scettro e genuflessioni spassose della coorte.
Ed era solo. Lasciato da tutti. Pure da Dio. Senza un filo di conforto. Inferno estremo. Morì crocifisso tra crocifissi, delinquente tra delinquenti. Le sette parole che gli vengono attribuite forse non le pronunciò mai. Non ne avrebbe avuto la forza. Marco scrive che non era in grado di portare la croce e costrinsero un passante a portarla per lui. Ecce homo: larva di uomo con le carni lacere e senza fiato. Le parole al compagno che gli stava a lato le disse senza voce mentre la vita lo lasciava. Parlava solo il suo corpo crocifisso nell’atto di spalancare il Paradiso di Dio a briganti e assassini, all’umanità sfinita.
Ma non è forse questo il Vangelo: il Paradiso donato ai ladroni – buoni e cattivi – ai disgraziati, ai miserabili? Perché Dio è così: tutto grazia e misericordia ai crocifissi, all’umanità disperata. E si comprende che la grazia e il Paradiso vengono da Dio. Mentre la croce viene dal potere, dagli uomini. Gesù di Nazaret in croce è la porta aperta del Paradiso.
Nino Fasullo
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4. Un Canto di tradizione redentorista
All’ombra del piacer
(Sulla vanità del mondo))
All’ombra del piacer
ogni morta si affanna,
né vede che s’inganna
sperando di goder
Rit.
Li beni di quaggiù
son ombra e vanità
che presto han da finir.
Che se non lo credi a me,
pensa, rifletti, e poi
mira de’ giorni tuoi
la vita quale fu.
Come nel verde april
nasce e si secca il fiore,
così sen passan l’ore
della tua vita al fin.
Demo cantata da Anna Risi.
[audio:/TradizRedARisi/04-OmbraPiacer.mp3]
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5. Una immagine al giorno.