Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 1 maggio
Questo giorno vissuto con spirito redentorista
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1. Dalle Costituzioni e statuti
Il regime (Vice-) Provinciale – Art. 6: La Provincia
La Provincia è un’unità organica della Congregazione, una persona giuridica eretta dal Consiglio Generale, formata da più comunità sotto lo stesso Superiore, e dotata delle istituzioni necessarie alla sua vita. Mediante le Province la Congregazione può conseguire più efficacemente il suo fine attraverso la varietà di ministeri e di doni, in comunione con le altre sue componenti e sotto l’autorità del Governo generale. (Cost. 121).
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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’Amore verso il prossimo.
- Pensiero = La povertà è una virtù che, per meglio fare arrivare l’anima a Dio, la dispone a disprezzare, a lasciare e a dimenticare il denaro, e tutto ciò che procura il denaro e in generale tutte le creature terrestri. Questa virtù dopo aver illuminata l’intelligenza sul nulla e sul pericolo delle cose umane, sulla eccellenza dello spogliamento e sul valore di Dio, inclina la volontà ad agire conformemente al lume ricevuto. (P. Désurmont).
- Testimonianza = su S. Clemente. – Leggi tutto.
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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi e dintorni: le Suore Gerardine
di suor Rossella D’Aniello
Noi suore gerardine siamo una congregazione fondata nel1938 da don Mosè Mascolo, un sacerdote della diocesi di Castellammare – Sorrento, il quale, durante una missione redentorista in S. Antonio Abate, riconosce quella voce dell’Amore che solo un cuore attento può ascoltare e che lo chiama a dedicarsi senza limiti alla cura dei più piccoli e bisognosi.
Diciottenne, senza dir nulla a nessuno, don Mosè parte per Materdomini, dove per giorni si ferma in meditazione davanti alle reliquie di S. Gerardo, quasi ad ottenere suggerimenti diretti da questo santo. Per il nostro fondatore, Gerardo è il modello preferito per la schietta semplicità, la gioiosa umiltà, la prorompente allegria spirituale, per la carità senza fondo verso i bisognosi e i rifiutati.
Mosè apprende che Dio alla sua sequela non vuole musoni, bensì anime gioiose e si tuffa nell’oceano dell’Amore, coraggioso e felice. Senza mai spegnere l’incendio che Dio gli ha acceso nel cuore, risponde Eccomi, Signore, manda me e si lascia condurre dove lo porta la Provvidenza.
L’amore a Dio e l’abbandono nelle sue mani sono due movimenti spirituali simultanei in Mosè. L’amore a Dio lo rende disponibile all’altro, lo rende prossimo, buon samaritano. L’amore di Dio in lui si inabissa senza perdersi e si incentra per moltiplicarsi; da lui parte il movimento incessante di opere e carità.
Fare la verità nell’amore e nella carità sincera ed operosa è la sua vita. Due sono i punti di riferimento costanti, ai quali può essere ricondotta ogni sua azione e sua parola: Dio ed il nostro prossimo.
Ed a questi stessi punti miriamo noi suore gerardine nel nostro operare. l bisogni degli altri saranno sempre un appello a far emergere la speranza, e questo anche dove la croce è più dura.
Il cuore dei santi ha in comune con quello delle mamme la tenerezza e l’eroismo. Mosè aveva premura materna, ha sempre invitato noi sue suore ad essere madri capaci di trasformare la stanchezza in fiducia, la rinuncia in speranza, il dolore in amore. Ed a sublimare nell’amore doloroso la fede e la speranza, a donare e ad offrire a tutti una ragione per amare, a dare senza domandarsi il perché. Quello che avete fatto al più piccolo dei fratelli, l’avete fatto a me, è questo ciò che spinge Mosè ed è anche ciò che motiva noi suore.
Aperte e sensibili alle necessità del tempo, ovunque ci troviamo – in Italia, in Perù , in Africa – cerchiamo di essere madri dei bambini che tendono la loro mano alla vita in cerca di amore e calore, madri e compagne di viaggio dei giovani accompagnandoli e sostenendoli nel loro cammino, madri e sorelle di anziani che spesso al tramonto della loro vita si ritrovano soli e abbandonati da tutto e da tutti.
Don Mosè è stato un uomo contemplativo, generoso e creativo nella carità. Ha esaltato l’amore paterno e materno di Dio per ogni uomo, quell’amore che non conosce né limiti né confini.
Noi sue figlie cerchiamo di continuare il progetto d’amore che Dio ha iniziato in lui.
(da “In cammino con San Gerardo“, 2013 n.2, p. 31).
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4. Un canto della tradizione Redentorista
51. Nocchier, che in mezzo all’onde
Speranza di salvarsi per Maria – Mp3 al piano: Reyco Emura
Nocchier, che in mezzo all’ onde
la navicella guida,
mesto di se diffida,
se è procelloso il mar.
Ma lieto poi se mira
in ciel l’ arnica stella,
va colla navicella
il porto ad incontrar.
Madre, nocchier son io,
la navicella è st’alma,
il mondo è un mar
che in calma
giammai non si mirò.
Se stella tu non fossi
al porto io non verrei:
ma perché stella sei
al porto io giungerò.
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5. Una immagine al giorno.