Vita Redentorista – Rubrica quotidiana – 21 aprile
Questo giorno vissuto con spirito redentorista
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1. Dalle Costituzioni e statuti
Il regime generale – Art. 3: Il Capitolo generale
Il Capitolo generale tratta inoltre eventuali problemi di maggiore importanza che potrebbero sorgere in relazione alla vita e al governo della Congregazione. (Cost. 111).
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2. Pensiero e testimonianza sulla Virtù del mese: L’Amore verso il prossimo.
- Pensiero = Gli ammalati e i bisognosi sono il Cristo visibile; il SS. Sacramento è il Cristo invisibile. (S. Gerardo).
- Testimonianza = su S. Gerardo. – Leggi tutto.
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3. Redentoristi nel Mondo
Redentoristi e Vita religiosa
2008 – I voti: la nostra risposta all’amore di Dio.
di Fèlix Catalá, C.Ss.R.
Io ti ho scelto prima di crearti e prima che tu nascessi ri ho costituito profeta delle nazioni (Ger. 1,4).
I voti nelle nostre Costituzioni sono presentati nel contesto del Carisma della Congregazione, secondo la missione di Cristo. Questo, lontano dall’essere un pragmatico accostamento ai voti, è un accostamento teologico radicale alla unità delle varie dimensioni del nostro stile di vita. La carità pastorale dona anima e unità alla vita dei membri (Cost. 54). Lo scopo del carisma dona disponibilità e forma alla vita dei voti. La dimensione apostolica del nostro Istituto non è un aspetto secondario della nostra vocazione. Essa configura e definisce lo stile della nostra vita religiosa.
La nostra Congregazione nella linea storica degli Istituti apostolici, si sforza di mettere insieme fin dalle sue originala totale dedizione di se stesso a Dio ed ai poveri in un coerente stile di di vita religiosa nella proclamazione della Buona Novella. Alfonso scrive che la nostra tendenza alla santità sta nel costante intreccio di contemplazione e di attività. La vita mista ,la vita di preghiera e di azione, è la più perfetta, perché tale era la vita di Gesù Cristo. (Alfonso, 1749).
Noi all’inizio non abbiamo scritto una Regola officiale. Molte teste e molti cuori si misero insieme per formare lo stile di vita del nuovo Istituto. Vi avevano un posto importante i poveri. Si potrebbe dire che erano una sorta di sacramento per la Congregazione: segni della Volontà di Dio che mediavano la grazia di questa fondazione e della sua perseveranza nella storia.
Nel suo contatto con i pecorai di Scala Alfonso era spinto a pregare che Dio mandasse un figlio di Abramo per dedicarsi ad essi. Egli aveva già esperimentato l’abbandono dei poveri nella città di Napoli e specialmente nei bassifondi della città.
Ma quello che incontrò a Scala lo colpì fortemente. Questi poveri erano totalmente abbandonati, Celeste Crostarosa lo aiutò a chiarire le sue idee e lo spinse ad agire. Egli pose in atto un ruolo significativo nell’aprire le porte alla notizia che Dio preannunziava.
Così Alfonso e Mons. Falcia diventarono amici. Egli poteva contare su Sportelli, Mazzini, Mennarini, Sarnelli, amici che erano necessari per formare la nuova Congregazione. Una volta Alfonso manifestò la sua idea che avrebbe potuto realizzare con l’aiuto dei suoi direttori spirituali, tanto che quelli che gli stavano attorno lo deridevano e malignavano sul suo progetto. Alfonso rispondeva con semplicità e chiarezza a tutti quelli che lo consideravano un pazzo + fuori di mente: Io voglio semplicemente vivere il Vangelo!
Tannoia descrive, nel suo stile specifico, l’importanza del momento: Una volta che Alfonso era sicuro che questa era la volontà di Dio, egli andava avanti e si fortificava nei suoi propositi. Egli offrì a Gesù il sacrificio totale di lasciare la città di Napoli. Egli decise di vivere il resto della sua vita tra i pastori e i caprai e di morire in mezzo popolo della campagna e tra i pastori. (Tannoia, IV, p. 66).
La passione di Alfonso per Dio e i poveri camminavano insieme, in una conversione profonda,in un radicale cambiamento di vita, in nuovi modi di vita dedicata a seguire Cristo nella predicazione nella predicazione della Buona Novella alle anime più abbandonate.
La dimensione verticale (Dio) e quella orizzontale (i poveri) camminavano insieme nel Vangelo di Gesù Cristo per formare una nuova comunità di religiosi. Non esisteva un istituto che univa insieme quanto egli considerava urgente. Non esistendo una Regola, gli sembrava che Dio gli suggeriva che era sua volontà di formare per questo una nuova comunità di religiosi. Celeste Crostarosa gli dava presto una comunità come lo strumento di cui aveva bisogno. Alfonso e i primi Redentoristi lavorarono sulla Regola che lei suggerì per esprimere ciò che essi volevano che Dio chiedeva.
Quando i primi Redentoristi risposero alla volontà di Dio, essi davano forma allo stile della nostra vita religiosa e a vivere i voti – i diretta relazione alla missione o al Carisma. in maniera tale da vivere e testimoniare lo zelo che bruciava dentro il loro cuore. Chi ama il Signore non si accontenta di amarlo da solo, ma vuole attirare tutti al suo amore (Alfonso,1749). La profonda esperienza dell’amore di Dio li spingeva a rispondere a rispondere a questo amore nella missione. Si può dire di loro quanto dicono le nostre Costituzioni sulla nostra vita religiosa: Essi danno questa risposta nella professione dei voti di castità, povertà e obbedienza (Cost.56).
Nel leggere le lettere di Alfonso ed alcuni dei suoi scritti si può notare come i nostri primi Redentoristi erano impegnati nel fare la missione della Congregazione. Si può notare quanto fosse importante la preghiera e la dimensione mistica per sostenere lo stile di questa vita. Il comunione personale con Dio ed il rapporto con i poveri andavano sempre di pari passo. Si rivela quanto era importante di far tenere presente alla comunità l’importanza del significato e dei mezzi che li tenevano concentrati sul Carisma – la pratica della preghiera mentale, che li teneva n comunione con l’amore di Dio ed in continuo discernimento della sua volontà, la meditazione delle virtù che li rendevano forti nell’essere fedeli alla missione, la necessità di dare ai poveri il meglio di quanto ha la chiesa da offrire ecc…Alfonso stava molto attento e costante a non scandalizzare i poveri.
Quando si guarda alla prima vita della Congregazione, si vede che i voti si vede che i voti non erano una imposizione + una necessità giuridica- questi erano considerati come un modo per la loro totale dedizione a Cristo ed alla sua missione. Tutto il nostro stile di vita, tutto ciò che siamo e facciamo come Redentoristi, è diretto alla proclamazione della redenzione di Dio in Gesù Cristo. Se ogni giorno noi ci sforziamo di amare più profondamente come persone caste, di essere poveri e bisognose della misericordia di Dio, di essere sempre attenti e obbedienti alla voce dello Spirito, noi lo faremo con la passione e la generosità di uno che è mandato da Dio stesso.
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4. Un canto della tradizione Redentorista
41. Parti dall’aspro monte
A Maria Desolata – Mp3 al piano: Reyco Emura
Parti dall’aspro monte,
Vergine afflitta e mesta,
nient’altro più ti resta,
estinto è il tuo Gesù.
Cogli occhi tuoi vedesti,
impallidir quel viso,
giglio di Paradiso,
fonte di venustà.
Nel corpo lacerato,
in mezzo a crude pene,
quel Crocifisso bene
davanti a te spirò.
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5. Una immagine al giorno