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1. Vangelo e riflessione della Domenica del Corpus Domini: “La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.
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2. Koinonia-Sulla Tua Parola = Gv 6,51-58 Videoriflessione di padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade – Gloria.Tv.
- 3. Corpus Domini. Papa Francesco: A quale tavola voglio nutrirmi? – Gloria.tv.
- 4. Cassano allo Jonio (CS) – Borghi d’Italia (Tv2000) – Gloria.Tv.
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5. Dalle Opere di S. Alfonso – Il Pastore nutre le pecore col suo sangue.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Gv 6,51-58).
“La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda”.
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
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2. Koinonia – Sulla Tua Parola = Gv 6,51-58 – con padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade (6,44). – Gloria.TV.
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3. Corpus Domini. Papa Francesco: A quale tavola voglio nutrirmi? – di gioiafelice (dur. 7,49) – Gloria.Tv.
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4. Cassano allo Jonio (CS) – Borghi d’Italia (Tv2000) di Francesca80 (dur. 29,42) – Gloria.Tv.
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5. Dalle Opere di S. Alfonso – Il Pastore nutre le pecore col suo sangue.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui (Gv 6,56). San Dionigi Areopagita osserva che l’amore tende sempre all’unione con l’oggetto amato. Ora, poiché il cibo diventa una sola cosa con chi lo mangia, il Signore volle trasformarsi in cibo affinché noi, ricevendolo nella santa comunione, diventassimo una sola cosa con lui. Prendete e mangiate: questo è il mio corpo (Mt 26,26). Così dicendo, Gesù voleva realizzare con noi la massima unione. E’ come se avesse detto: “Uomo, cibati di me, affinché io e te formiamo una cosa sola”. Come due ceri, scrive san Cirillo di Alessandria, liquefacendosi, si fondono insieme, così chi si comunica si unisce talmente con Gesù, che egli sta in lui e lui in Gesù. […]
San Francesco di Sales, parlando dell’Eucaristia, diceva: “Il Salvatore in nessun’altra azione si dimostra più amoroso e più tenero che in questa, nella quale si annichila, per così dire, e si riduce in cibo per penetrare nelle nostre anime e unirsi al cuore dei suoi fedeli”. E san Giovanni Crisostomo dice: “Colui che gli angeli contemplano tremando per lo splendore che da lui promana, si fa nostro cibo; con lui ci fondiamo e diventiamo un solo corpo e una sola carne”. Poi il Santo aggiunge: “Quale pastore nutre le sue pecore con il proprio sangue? Ma che dico, un pastore? Vi sono tante madri che, per nutrire i loro figli, li consegnano alle nutrici. Gesù, invece, non si comporta così. Nel Sacramento egli ci nutre e ci unisce a sé con il suo stesso sangue”. Insomma Gesù volle farsi nostro cibo e una sola cosa con noi, perché ci amava ardentemente.
G. Silvestri da L’Amore delle Anime, Cap.V, 2 – Leggi tutto il capitolo originale.
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