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1. Vangelo e riflessione della Domenica 24ª del Tempo Ordinario-C: «Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.»
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2. Videoriflessione – «Il Padre Misericordioso». – di padre Giuseppe De Nardi, – da Gloria.TV
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3. Il sSanto Nome di Maria – da Gloria.TV.
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4. Canto: Te lodiamo Trinità – da Gloria.TV.
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5. Una riflessione di S. Alfonso: La Misericordia di Dio.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Lc 14,25-33)
«Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte».
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
2. Videoriflessione – Il Padre Misericordioso – di padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade (dur.6,47).
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3. Il santo Nome di Maria di jardindelalma – da Gloria.Tv (dur. 2,52).
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4. Canto: Te lodiamo Trinità di Irbis (dur 3,34) – da Gloria.TV
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5. Una riflessione di S. Alfonso: 1758 – La Misericordia di Dio..
I principi della terra sdegnano anche di riguardare i sudditi ribelli, che vanno a cercar loro perdono; ma Dio non fa così con noi. Iddio non sa voltar la faccia a chi ritorna ai piedi suoi; no, poiché Egli stesso l’invita e gli promette di riceverlo subito che viene.
Oh l’amore e la tenerezza con cui abbraccia Dio un peccatore che a Lui ritorna! Ciò appunto volle darci ad intendere Gesù Cristo colla parabola della pecorella, che avendola trovata il pastore, se la stringe sulle spalle e chiama gli amici a seco rallegrarsene. E poi soggiunge S. Luca: «Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione».
Ciò maggiormente significò il Redentore colla parabola del figlio prodigo, dicendo ch’egli è quel Padre, che vedendo ritornare il figlio perduto, gli corre all’incontro; e prima che quegli parli, l’abbraccia e lo bacia, ed in abbracciarlo, quasi vien meno di tenerezza per la consolazione che sente…
Giunge il Signore a dire che se il peccatore si pente, egli vuole scordarsi de’ suoi peccati, come se quegli non l’avesse mai offeso… Dio non sa disprezzare un cuore che si umilia e si pente.
Si gloria il Signore di usar pietà e di perdonare i peccatori. E quanto sta egli a perdonare? subito. Peccatore, dice il profeta Isaia, non hai molto da piangere; alla prima lacrima il Signore si muoverà a pietà di te. Non fa Dio con noi, come noi facciamo con Dio; Dio ci chiama, e noi facciamo i sordi; Dio no: subito che tu ti penti, e gli domandi il perdono, subito Dio risponde e ti perdona.
(da Apparecchio alla Morte, Considerazione XVI – Della misericordia di Dio, Punto III)
Leggitutto il paragrafo.