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1. Vangelo e riflessione
della Domenica 15 del Tempo Ordinario-C -
2. Videoriflessioni – «Chi è il mio prossimo?» – a) di padre Giuseppe De Nardi; b) don Andrea Caniato – da Gloria TV.
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3.Papa Francesco a Lampedusa: risvegliare le nostre coscienze – da Gloria Tv.
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4. Un canto: Evviva Maria – da Gloria.TV.
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5. Una riflessione di S. Alfonso: L’amor divino è un fuoco.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Lc 10,25-37)
«Chi è il mio prossimo?».
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?».
Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
2. Videoriflessione – «Chi è il mio prossimo?» – a) Con il Vangelo sul lago di Tiberiade di padre Giuseppe De Nardi – da Gloria TV. – (dur. 6,51).
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b) Dio si è fatto prossimo – di don Andrea Caniato (donline dur. 4,03) – da Gloria.TV
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3. Papa Francesco a Lampedusa: risvegliare le nostre coscienze! – Viva il Papa (dur.1,19) – da Gloria Tv.
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4. Un canto: Evviva Maria!– di gianradi (4,10) -da Gloria.TV.
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5. Una riflessione di S. Alfonso: L’amor divino è un fuoco.
Il Signore (vangelo di Luca 12,49) dichiara che egli era venuto in terra a portare il santo amore divino, e si esprime col dire, che era venuto in terra a portar fuoco . Dio stesso nell’Apocalisse (3,13) persuade l’anima di provvedersi d’oro infocato, cioè di santo amore.
Ora il fuoco ha queste due proprietà; resiste ai contrari, cioè ai venti e ai soffi, e anzi che smorzarsi con loro, si accresce, ed è operativo: se è fuoco, vuol operare.
Ecco però due contrassegni sicuri da riconoscere in noi il santo amore di Dio; opere e pazienza.
Operiamo noi sempre per il nostro Dio, almeno per mezzo di una retta intenzione di fare in ogni cosa la sua divina volontà, d’incontrare in tutto il suo divino beneplacito? Soffriamo noi volentieri per lui ogni cosa a noi avversa, povertà, tribolazioni, infermità, ed altro? anzi che discostarci da lui per tali cose, a lui più ci accostiamo? Noi abbiamo il santo amore di Dio: il nostro amore è fuoco che opera, che resiste agli elementi contrari: altrimenti no; il nostro amore verso Dio non sarà vero, sarà falso: sarà amore di lingua, non sarà amore di cuore.
Contro ciò che ci avvisa ancor San Giovanni nella sua seconda Lettera (3,13): Figliuoli miei, non amiamo colle parole, e colla lingua, ma coll’opere e realtà. Se l’amore non opera, non è amore.
E Gesù Cristo (cf. Gv 14,21): Chi custodisce i miei comandamenti e li osserva con esattezza, quello mi ama… Sicché, se noi operiamo sempre per il nostro Dio, se custodiamo i comandamenti divini, se li osserviamo con esattezza, e con i comandamenti divini vengono poi quelli della Chiesa, gli obblighi del nostro stato, ed ogni proprio dovere: se superiamo con generosità, e ancor con allegrezza, per il nostro Dio ogni cosa a noi contraria e dispiacevole, noi abbiamo il santo amore di Dio.
Il nostro amore è fuoco che opera, che resiste ai venti contrari: altrimenti no, il nostro amore verso Dio non sarà vero, sarà falso; sarà amore di lingua, non sarà amore di cuore.
(da Contrassegni sicuri da riconoscere in noi il santo amor di Dio)
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