L’annuncio della Parola oggi
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1.Vangelo e riflessione della XXIII Domenica del TO AnnoB_2021:“Fa udire i sordi e fa parlare i muti”.
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2. Video-riflessione di Padre Alberto Maggi su Mc 7,31-37 – da YouTube.
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3. Video – Vangeloclip Modena – XXIII domenica TO – Anno B – da YouTube.
- 4a. Video – Josquin, 500 anni fa la morte del “Michelangelo della musica” – da YouTube.
- 4b. Video – Le persecuzioni contro i cristiani oggi. – da YouTube.
- 5. – Video – Tropea: la Novena alla Madonna di Romania. – da YouTube.
- 6. Video CSSR – Padre Gilberto Silvestri – Essere missionario… – da YouTube.
- 7. Dalle opere di S. Alfonso – Un insegnamento di S. Alfonso sulla mortificazione.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno”
(1Gv, 2,14).
1. Vangelo e riflessione della XXIII Domenica del del TO AnnoB_2021. (Mc 7,31-37).
“Fa udire i sordi e fa parlare i muti”.
♦ In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
♦ Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
♦ E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
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2. Video-riflessione di P. Alberto Maggi su Mc 7,31-37 di studibiblici (dur. 5,28) – da YouTube.
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3. Video – Vangeloclip Modena – XXIII domenica del Tempo Ordinario – Anno B (dur. 5,09) – da YouTube.
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4a. Video – Josquin, 500 anni fa la morte del “Michelangelo della musica”, 27 agosto 2021 di Vatican News – Italiano (dur. 5,24) – da YouTube.
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4b. Video – Le persecuzioni contro i cristiani oggi. Scene raccolte sul web di Matteo Orlando (dur. 48,15) – da YouTube.
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5. Video – Tropea: la Novena alla Madonna di Romania di Libertino Salvatore WebTV (dur. 18,19) – da YouTube.
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6. Video C.Ss.R. -Padre Gilberto Silvestri – Essere missionario… di CSsR Roma (dur. 1,17) – da YouTube.
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7. Un insegnamento e una testimonianza di S. Alfonso sulla mortificazione.
♦ Il nostro cuore è un orto in cui sempre nascono erbe selvagge e nocive; bisogna pertanto tener continuamente alla mano la zappetta della santa mortificazione per troncarle e cacciarle fuori; altrimenti l’anima tra poco diventerà una boscaglia di sterpi e di spine. (S. Alfonso in La vera sposa di Gesù Cristo).
♦ La mortificazione esterna come l’interna sono necessarie alla perfezione, ma con questa differenza che l’esterna dobbiamo esercitarla con discrezione, ma la interna senza discrezione e con fervore. E a che mai serve il mortificare il corpo, se non mortifichiamo le passioni interne? (S. Alfonso in La vera sposa di Gesù Cristo).
♦ O l’anima si ha da mettere sotto i piedi il corpo, o il corpo si metterà sotto i piedi l’anima. Dobbiamo pertanto noi trattare il nostro corpo come un cavaliere tratta un cavallo furioso, tenendolo sempre con la briglia tirata acciocché non lo precipiti. (S. Alfonso in La vera sposa di Gesù Cristo).
♦ Alfonso quantunque di nobile famiglia e allevato in mezzo mantenne sempre un regime di vita mortificata. Le sue mortificazioni, anche da Vescovo, erano l’ammirazione di quanti lo avvicinavano.
♦ «Quanto era buono con gli altri, altrettanto era crudele con se stesso. Vi farei rabbrividire se vi narrassi le sue macerazioni, se vi parlassi dei suoi strumenti di penitenze, dei suoi cilizi, e catenelle di ferro, che tenevano quel corpo in una continua crocifissione, delle sue sanguinose flagellazioni, delle sue veglie prolungate in una parola di tutti i mezzi inventati da lui per affliggere la sua carne» (Il suo segretario Rubini).
♦ Un priore dei domenicani, venuto a S. Agata per dare gli esami, aveva abitato due giorni in una camera contigua a quella di Alfonso. Terminati gli esami, volle partire all’istante, e siccome fu pregato di rimanere: «No — disse — vado via. Non mi sento la forza di continuare a udire le flagellazioni di questo santo vecchio». (Tannoia).
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