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1. Vangelo e riflessione della Domenica XXXIII del Tempo Ordinario Anno A: “Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.”.
- 2. Koinonia-Sulla Tua Parola = Mt 25,14-30 Videoriflessione
- 3. Video – Le mani sull’Africa.
- 4. Video – Canto: Rosa Mistica.
- 5. Video – Redentorista soy (Sono Redentorista).
- 6. Onore a due Redentoristi assassinati in Colombia, 2009
- 7. Dalle Opere di S. Alfonso – I talenti che Dio ci dà.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – Mt 25,14-30.
“Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.”.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
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2. Koinonia – Sulla Tua Parola = Mt 25,14-30: Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone – con padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade (8,36) – Gloria.TV.
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3. Le mani sull’Africa- intervista a Padre Giulio Albanese di gioiafelice (dur. 4,57) – da Gloria.TV
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4. Rosa Mistica – canta Rossana Giannelli – di Sr. Ivana Rigon (dur. 3,23) – da Gloria.TV.
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5. Redentorista soy (con testo spagnolo sovrimpresso) – Ever Uriel (dur. 4,28) – da YouTube.
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6. En honor a los Padres redentoristas redentoristas de Colombia asesinados di Andrés García (dur.8,39) – da YouTube.
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7. Dalle Opere di S. Alfonso – I talenti che Dio ci dà.
Ringraziamo Dio per i talenti che ci dà e amiamolo nella sua Volontà.
Tutta la nostra perfezione consiste nell’amare il nostro amabilissimo Dio; e tutta la perfezione dell’amore a Dio consiste nell’unire la nostra alla sua santissima volontà. Quanto più alcuno sarà unito alla divina volontà, tanto sarà maggiore il suo amore (…)
Se abbiamo qualche difetto naturale, d’anima o di corpo, mala memoria, ingegno tardo, poca abilità, membro storpio, salute debole, non ce ne lamentiamo. Che merito avevamo noi, e qual’obbligo avea Dio di darci una mente più sublime, un corpo miglior fatto? non poteva egli crearci bruti? non lasciarci nel nostro niente?
Chi mai riceve qualche dono e va cercando patti? Ringraziamolo dunque di ciò che per sua mera bontà ci ha donato, e contentiamoci del come ci ha fatti.
Chi sa se avendo noi maggior talento, sanità più forte, viso più grazioso, ci avevamo a perdere? A quanti il lor talento e scienza è stata occasione di perdersi coll’invanirsene e dispregiare gli altri: nel quale pericolo sono più facilmente coloro che avanzano gli altri nelle scienze e ne’ talenti? A quanti altri la bellezza o la fortezza del corpo è stata occasione di precipitare in mille scelleraggini? Ed all’incontro quanti altri per esser poveri o infermi o deformi di fattezze, si sono fatti santi e salvati, che se fossero stati ricchi, sani o belli d’aspetto
si sarebbon dannati? E così contentiamoci di quel che Dio ci ha dato; non è necessaria la bellezza, non la sanità, non l’ingegno acuto: solo il salvarci è necessario. (…)
… Quanto abbiamo e facciamo di bene, tutto viene da Dio. Perciò non ci gloriamo mai delle cose nostre, come de’ nostri talenti, delle nostre azioni, della nostra nascita, de’ nostri parenti e simili. (…)
A chi conserva con la sua corrispondenza il guadagno fatto delle grazie e dei talenti donatigli da Dio, gli sarà accresciuta la grazia e la gloria; ma a chi malamente si sarà servito del suo talento, lasciandolo ozioso, senza aumentarlo, quello gli sarà tolto da Dio, e sarà privato delle grazie apparecchiate.
S. Alfonso, in
– Uniformità alla volontà di Dio
– Regolamento di vita d’un cristiano, pratica dell’umiltà.