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1. Vangelo e riflessione della Domenica XXVI del Tempo Ordinario Anno A: “Poi, pentitosi andò”.
- 2. Koinonia-Sulla Tua Parola = Mt 21,28-32 Videoriflessione di padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade – Gloria.Tv.
- 3. La bellezza del creato – da Gloria.Tv
- 4. Toccata e fuga in Re minore di Bach – da YouTube.
- 5. Una celebrazione con i Redentoristi del Brasile – da YouTube
- 6. Dalle Opere di S. Alfonso – L’ubbidienza al confessore o direttore spirituale.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – Mt 21,28-32.
“Poi, pentitosi andò”.
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli.
Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si
pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due
ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni
infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno
creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
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2. Koinonia – Sulla Tua Parola = Mt 21,28-32: Poi, pentitosi andò. – con padre Giuseppe De Nardi, parroco di Tiberiade (7,03) – Gloria.TV.
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3. La bellezza del creato di pigi4963 (dur. 3,09) – da Gloria.Tv
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4. Toccata e fuga in Re minore di Bach (Karl Richter all’organo) – dur. 9,309 – da YouTube.
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5. Una celebrazione con i Redentoristi del Brasile (2,43) – da YouTube
6. Dalle Opere di S. Alfonso – L’ubbidienza al confessore o direttore spirituale.
Abbiate maggior fede nell’ubbidienza al vostro direttore. Insegnava s. Filippo Neri: «Che chi ubbidisce al
confessore si assicura di non render conto a Dio delle azioni che fa». Diceva inoltre il Santo che al confessore si
avesse fede, perché Dio non lo lascerebbe errare; e che non vi è cosa più sicura che tagli i lacci del demonio, quanto
l’ubbidire al volere del padre spirituale nelle cose di Dio; e che all’incontro non vi è cosa più pericolosa che volersi
reggere di proprio parere.
S. Francesco di Sales, parlando dell’ubbidienza al direttore, afferma: «Questo è l’avvertimento degli avvertimenti; per
quanto voi cerchiate, dice il devoto Avila, non troverete mai così sicuramente la volontà di Dio, quanto per il
cammino di questa umile ubbidienza tanto raccomandata e praticata da tutti gli antichi devoti».
Lo stesso scrisse S. Teresa, dicendo: «L’anima pigli il confessore con determinazione, in modo da non pensare più
alla causa propria, ma fidarsi nelle parole del Signore: “Chi ascolta voi, ascolta me”. Dio stima questa sottomissione
tanto, che ancorché con mille battaglie, parendoci sproposito quel che si giudica, con pena o senza pena lo
facciamo, allora adempiamo la divina volontà».
Dice poi S. Giovanni della Croce, parlando in nome di Gesù Cristo: «Essendo tu infedele ai confessori, lo sei a me
che ho detto: “Chi disprezza voi, disprezza me stesso”». E poi aggiunge queste parole: «Il non appagarsi di ciò che
dice il confessore, è superbia ed è mancamento di fede».
S. Francesco di Sales soggiungeva questa utilissima massima: «Non si è perduto mai un vero ubbidiente».
S. Alfonso, Consigli di sollievo e confidenza per un’anima desolata
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