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1. Vangelo e riflessione
del Corpus Domini. Tutti mangiarono a sazietà. -
2. Videoriflessione – Da San Giovanni in Laterano: Omelia del Papa per il Corpus Domini – da Gloria TV.
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3. Marco Rupnik a Bologna per il Corpus Domini – da Gloria TV
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4. Canto gregoriano: Adoro te devote – da Gloria TV.
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5. Una riflessione di S. Alfonso: Cristo ci nutre di se stesso.
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“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Lc 9,11-17)
«Tutti mangiarono a sazietà».
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
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Un consiglio per non bloccarsi: aprirli uno per uno e lasciarli terminare.
2. Videoriflessione – Da S. Giovanni in Laterano: Omelia del Papa per il Corpus Domini – da Gloria TV – (dur. 11,23).
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3. Marco Rupnik a Bologna per il Corpus Domini – da Gloria TV – (dur 3,22).
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4. Canto gregoriano: Adoro te devote – da Gloria TV. (dur. 7,30)
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5. Una riflessione di S. Alfonso: Eucaristia: Cristo ci nutre di se stesso.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui (Gv 6,56).
San Dionigi Areopagita osserva che l’amore tende sempre all’unione con l’oggetto amato. Ora, poiché il cibo diventa una sola cosa con chi lo mangia, il Signore volle trasformarsi in cibo affinché noi, ricevendolo nella santa comunione, diventassimo una sola cosa con lui. Prendete e mangiate: questo è il mio corpo (Mt 26,26). Così dicendo, Gesù voleva realizzare con noi la massima unione. E’ come se avesse detto: “Uomo, cibati di me, affinché io e te formiamo una cosa sola”. Come due ceri, scrive san Cirillo di Alessandria, liquefacendosi, si fondono insieme, così chi si comunica si unisce talmente con Gesù, che egli sta in lui e lui in Gesù. […]
San Giovanni Crisostomo dice: “Colui che gli angeli contemplano tremando per lo splendore che da lui promana, si fa nostro cibo; con lui ci fondiamo e diventiamo un solo corpo e una sola carne”. Poi il Santo aggiunge: “Quale pastore nutre le sue pecore con il proprio sangue? Ma che dico, un pastore? Vi sono tante madri che, per nutrire i loro figli, li consegnano alle nutrici. Gesù, invece, non si comporta così. Nel Sacramento egli ci nutre e ci unisce a sé con il suo stesso sangue”. Insomma Gesù volle farsi nostro cibo e una sola cosa con noi, perché ci amava ardentemente.
Leggi l’opera di S. Alfonso.