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1. Vangelo e riflessione
della III domenica di quaresima. -
2. Video-riflessione “La Buona Notizia” – Bologna (da Gloria TV)
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3. Videoriflessione sul quaresimale/2 (GloriaTV)
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4. Una riflessione di S. Alfonso.
“La parola di Dio dimora in voi che avete vinto il maligno” (1Gv, 2,14).
1. Vangelo della domenica – (Gv 2,13-25)
«Non fate della casa del Padre mio un mercato!»
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
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2. Video-riflessione “La Buona Notizia” – Bologna (da Gloria TV)
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3. Videoriflessione sul Quaresimale/2: La preghiera (da GloriaTV)
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4. Una riflessione di S. Alfonso: Del tacere i peccati nella confessione.
Il demonio non porta all’inferno i peccatori cogli occhi aperti: prima li acceca colla malizia degli stessi loro vizi, e così li conduce seco alla perdizione eterna. Sicché il nemico, prima del peccato procura di renderci ciechi acciocché non vediamo il male che facciamo e la rovina che ci tiriamo sopra coll’offendere Dio; dopo il peccato poi procura di renderci muti acciocché non ce lo confessiamo per vergogna; e così ci lega con doppia catena per l’inferno, facendoci commettere dopo il peccato fatto un peccato più grande, qual il tacere i peccati in confessione.
S. Agostino dice che l’uomo deve tenere la porta alla bocca, acciocché la chiuda alle parole disoneste, di mormorazione, di bestemmie e simili, e l’apra a confessare i peccati commessi. Il tacere, quando siamo istigati a dir parole ingiuriose a Dio o al prossimo, è atto di virtù; ma il tacere nella confessione i peccati già fatti, è rovina dell’anima. E ciò pretende da noi il demonio, che dopo aver commesso il male teniamo la bocca chiusa, e non ce lo confessiamo.
Narra s. Antonino che un certo santo solitario vide una volta il demonio che stava in una chiesa dintorno ad alcune persone che volevano confessarsi: gli domandò che stesse a fare in quel luogo; rispose il nemico: “Io tolsi il rossore a costoro, acciocché commettessero il peccato; ora loro lo rendo, acciocché non se lo confessino.
Un certo scolaro di Socrate, uscendo dalla casa di una mala donna, vide il suo maestro che passava di là, e se ne entrò dentro per non farsi vedere. Socrate si affacciò a quella porta e gli disse: “Figlio, in questa casa è vergogna l’entrare, non è vergogna l’uscirne”.
Così io dico a voi, peccatori fratelli miei, è vergogna sì bene l’offendere un Dio così grande e così buono; ma non è vergogna confessare il peccato dopo che l’abbiamo commesso.