Il cammino del vescovo Alfonso Maria de Liguori: 1762-1775.
33. Un vescovo catechista
Un vescovo catechista
S. Alfonso, vero intellettuale di razza – diremmo oggi – che si sarebbe trovato a suo agio nei congressi scientifici internazionali, amava occupare lo scannetto del catechista rurale o del maestro elementare senza far sentire il peso della sua autorità e della laurea universitaria. Ed era felicissimo.
Aveva composto una facile Dottrinella e raccomandava di insegnarla alla gente. “Prego ad avvisare ai preti che facciano quella mia Dottrina breve, stampata in un foglio che ultimamente feci stampare e s’informino i parroci se si legge nelle chiese parrocchiali e nelle cappelle questa Dottrina, facendola replicare a voce alta dal popolo“.
Nel corso delle visite pastorali, al vespro, adunava i ragazzi per esaminarli nelle nozioni rudimentali del catechismo; con vigore inculcava ai genitori il dovere di tale istruzione cristiana. Da un capo ali’ altro della diocesi era senza sosta un portatore di luce e di amore.
Il redentorista p. Corsano rammenta la risposta franca data dal Santo a chi trovava il suo stile troppo dimesso: “Debbo scrivere in maniera che m’intenda anche Sabatiello…” (era questi un servitore del collegio di Pagani, quasi analfabeta che non aveva abilità né tempo per pescare le parole difficili nel dizionario).
Giuseppe Baretti, letterato italiano del settecento, scriveva da Londra nel 1779: “Il dire facilmente anche le cose più facili a dirsi è cosa tutt’altro che facile, anzi pare difficilissima fra le più difficili”.
(da Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, p. 107)
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Galleria di statue di S. Alfonso vescovo
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