P. Enrico Tirino (1805-1861) – Italia-Colombia.
P. Enrico Tirino (1805-1861)
Sortì i suoi nobili natali nella città di S. Agata dei Goti, dove S. Alfonso fu vescovo.
Era già penitenziere della cattedrale quando fece domanda di essere annoverato tra i figli di S. Alfonso, quindi in età avanzata, tanto che il rettore maggiore P. Ripoli esitava a riceverlo e gli sriveva:
«All’ Ill.mo Signore Padrone Colendissimo il Sig. D. Enrico Tirino Confessore delle religiose Liguorine
(Caserta) S. Agata dei Goti
Pagani, 31 Luglio 1843
Veneratissimo Signore, di quanto ebbi l’onore di rassegnarvi per lo passato sull’oggetto delle vostre replicate istanze, di far parte del nostro Istituto, tanto vengo a confermarvi con questa mia di riscontro all’ultima gentilissima vostra, mentre tanto conobbi innanzi a Dio sul vostro conto.
Cioè che la persona vostra è necessaria nella diocesi, dove Dio vi ha chiamato per il bene di codesto popolo, motivo per cui non dovreste entrare in nessuna Religione.
Che la nostra Congregazione nell’età, in cui siete, non fa per voi, attesi i di lei pesi, e la debole vostra salute, che fra pochi altri anni, vi obbligherà al riposo, almeno dalle fatiche improbe.
Il pensiero perciò che turba il vostro riposo e non vi fa trovar pace, non viene da Dio, mentre Egli non vi chiama, levatevelo dalla mente, non essendo obbligato all’impossibile, e vivrete quieto nell’esercizio del Sacro Ministero, in cui vi trovate impegnato.
E raccomandandomi alle vostre orazioni con tutta stima mi riprotesto.
U.mo S.° V.° Obbl.mo
Gio. Camillo Ripoli del SS. Red.re R. M.
Però dopo molte preghiere fu ricevuto finalmente in Congregazione, e divenne tosto un grande Apostolo.
Era molto austero con se stesso e talvolta anche cogli altri. In assenza del maestro dei novizi e del prefetto dei studenti veniva lui destinato a supplirli; e si racconta che non voleva che i novizi ridessero, come pure che in missione alle sue prediche gli uomini si disciplinavano sino al sangue, e quando facevano lo «strascino» insanguinavano il pavimento colla lingua.
Essendo uomo di grande virtù e di sommo zelo, volle consacrarsi alle missioni estere per convertire gli infedeli, e l’ottenne.
Il 21 maggio 1859 partì per Roma, indi per la Nuova Granata [attuale Colombia] in unione dei Padri Gioacchino D’Elia, Vittorio Loiodice e più due sacerdoti spagnoli.0
Il P. Tirino fu nominato dal Papa prefetto apostolico nell’America Meridionale.
Ogni dì percorreva la vastissima provincia Casanare in traccia di selvaggi per tirarli alla cognizione di Gesù Cristo.
Il giorno 12 maggio 1861 partiva dalla nostra casa di Moreno per proseguire la sua missione, ma nel passaggio del gran fiume Ariporo, o perché la vettura gli venne meno di sotto, o per qualche capogiro sopraggiuntogli, cadde nell’acqua, e non avendo chi lo aiutasse fu trascinato dalla corrente e perì.
P. Tirino morì a guisa di buon soldato di Gesù Cristo in mezzo alla battaglia. E dopo breve tempo di stenti e di fatiche andò a cogliere la palma del martirio. Giustamente quei buoni cattolici l’hanno proclamato per il primo martire della missione di Casanare.
Aveva un fratello vice presidente della gran corte di Napoli, e di questi molto se ne serviva il re Ferdinando, come il più fido ed abile.
Nell’archivio provinciale si conservano diverse lettere del P. Tirino, degne di essere trascritte nelle cronache ad edificazione dei confratelli.
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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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