P. Wolfdieter Theurer, C.Ss.R. 1939-1973 – Germania
P. Wolfdieter Theurer, C.Ss.R. 1939-1973.
Dati Ufficiali
- Cognome = Theurer
- Nome = Wolfdieter
- Nazionalità = Germania (Provincia di Monaco)
- Nato = 07-Apr-1939
- Morto = 18-Gen-1973
- Professione = 25-Apr-1959
- Sacerdote = 12-Apr-1964
Ricordando Padre W. Theurer
del Segretariato per l’unione dei Cristiani
Il 18 gennaio scorso moriva a Roma P. Wolfdieter Theurer, redentorista, officiale del Segretariato per l’unione dei cristiani, consultore del Comitato per la Famiglia, professore di teologia sistematica nell’Accademia Alfonsiana.
La sera del 20 gennaio, quando più di 80 sacerdoti si raccolsero in concelebrazione, presieduta dal Cardinale Wlllebrands, insieme con S. E. Mgr. E. Gagnon, segretario del Comitato della famiglia, e seguita con commossa preghiera da molti altri sacerdoti membri di dicasteri romani, rettori di collegi ecclesiastici, professori, fedeli, apparve con evidenza l’intenso cordoglio dl tutti perché una grande luce si era spenta tra di noi.
Ma il cero pasquale, illuminando la bara giacente per terra, proclamava che Theurer non era morto; era nella luce del Cristo risorto; e così, in Cristo, continuava a vivere tra noi.
Questa era la teologia che gli studenti dell’Accademia avevano imparato da lui; e lo avevano riconosciuto come autentico teologo. Infatti la sua riflessione critica sulla verità rivelata era a sincero servizio della fede della Chiesa: fede integrale e perciò aliena così da integrismi, come da fughe acritiche verso novità, che vanificano la verità di salvezza e mettono in crisi la fede del popolo di Dio.
Ma questa sua fede era operante nella carità, in molte forme: carità nel campo ecclesiale, per cui vide nell’ecumenismo una verità-base della vita cristiana e cattolica e la scrutò teologicamente, trovandone la ragione fondante nel mistero trinitario, che ci si rivela nella preghiera del Cristo per l’unità.
La sua opera, pubblicata nel 1967; «Die trinitarische Basis des Oekumenischen Rates der Kirchen», fu accolta con favore in campo cattolico e protestante. Il suo dialogo con i fratelli separati era per lui esigenza di verità inseparabile dalla carità; perché la verità di salvezza è la stessa luce irradiante del Cristo risorto, che, nella forza del suo Spirito, si pone come speranza escatologica, ecclesialmente, verso la pienezza della parusia, quando in Cristo tutto l’umanità, tutte le cose saranno immesse nella vita trinitaria e Dio sarà tutto in tutte le cose: cieli nuovi e terra nuova.
È appunto questo uno dei suoi ultimi lavori: «Der neue Himmel und die neue Erde». Questa sua ricerca e promozione dell’unità nella verità-carità del Cristo era forse l’espressione di teologo della sua esperienza intima di famiglia, dove, con il papà e la mamma, nonostante la loro diversità di confessione religiosa,aveva pregato,amato, lavorato insieme, nell’unità del Casto.
Forse bisogna leggere come disegno e segno della volontà di Dio il fatto che Theurer, appena venuto a Roma, per confermare ed arricchire con la sua dottrina e vita teologica e religiosa, la centralità dell’Accademia Alfonsiana, fu cercato ed assunto dalla Santa Sede quale Ufficiale attivo del Segretariato per l’unione del cristiani; e, poco prima di morire, Sua Santità lo nominava consultore nel Comitato per la famiglia.
Questa fede-carità non solo gli era di criterio di verità teologica, ma lo spingeva a lavorare al di là delle sue forze: nel servizio ai suoi studenti, nel servizio domestico anche ai più umili, religiosi e laici, che si rivolgevano a lui e lo trovavano pronto, semplice, talora si direbbe generoso anche come un fanciullo.
Cosi logorò le sue forze e cadde a soli trentatré anni, quando si annunziava e si sperava una lunga stagione di frutti nell’Accademia Alfonsiana e nella Chiesa tutta. Starei per dire che la sua scomparsa ci mette a dura prova, specialmente in quest’ora di difficile navigazione; per tante ragioni.
Qualche ora prima di entrare in coma, che durò, per quattro giorni, gli dissi. che l’Accademia, L’Ecumenismo e la Famiglia avevano ancora bisogno di lui, e gli diedi una immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso, immagine, veramente ecumenica. Egli sorrise a queste parole, e diceva poi agii altri di essere lieto di avere con sé lo sguardo mite di Maria nella sua immagine.
Si spense proprio il primo giorno della settimana di preghiere per l’unità dei cristiani!
L’ultimo suo lavoro prima di entrare in clinica, oltre le direttive di metodo ai suoi alunni di terzo ciclo di teologia morale; era stato un intervento per conservare alla Rivista da lui diretta: “Theologie der Gegenwart” la fedeltà teologica, evitando psicologismo e sociologismo, proprio per non bloccare le aperture del Concilio Vaticano II con estremismi secolaristici, che, per reazione provocano irrigidimenti che spengono lo spirito.
Forse queste sue preoccupazioni vive, e l’intensità del suo lavoro ecumenico ed universitario determinarono il precipitare del male che lo minava da tempo, e del quale egli, sempre lieto, sempre a servizio degli altri, non si era curato mai.
Per tutto questo P. Theurer resta come una viva testimonianza di ciò che vuol fare il Cristo risorto, col suo Spirito, in seno all’umanità, col fermento rinnovatore della sua Chiesa-mistero.
Domenico Capone
17 Febbraio 1973 — L’OSSERVATORE ROMANO
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