Studente Domenico Telesca (1740- 1761) – Italia.
Studente Domenico Telesca (1740- 1761)
Dopo due mesi dalla morte dello studente Felice Cancer (7 luglio 1759) entrava in noviziato un altro Luigi Gonzaga, che pure non doveva traversare l’Istituto se non per andare al Cielo.
Domenico Telesca, nato in Avigliano, da nobili e pii genitori, fin da fanciullo digiunava a pane ed acqua i sabati e le vigilie delle feste di Maria SS. e non di rado anche più volte la settimana.
Faceva molta orazione, specialmente la sera, e ogni giorno assisteva alla santa Messa, visitava e recitava il rosario.
Sentendosi interiormente tirato alla solitudine, fissò con uno dei suoi compagni di ritirarsi in un romitorio, ma il giorno fissato per la partenza il compagno mancò. Domenico allora compensò la vita eremitica, proseguendo le sue pratiche di pietà e di mortificazione, comunicandosi più volte la settimana, ed attendendo più di proposito allo studio con l’intenzione di abbracciare la vita religiosa.
Nel gennaio del 1757 avendo i Religiosi del SS. Redentore data la Missione nella sua città natale, si presentò ad essi con Teodosio, suo fratello maggiore, per sollecitare la loro ammissione nell’Istituto.
Teodosio fu accettato, ma Domenico, permettendolo il Signore per sua migliore prova, fu rimesso ad altro tempo. Egli intanto nulla rimise del suo fervore, e nell’ ottobre del seguente anno 1758 si portò a Materdomini per farvi gli esercizi spirituali e col proposito di insistere per essere accettato nella Congregazione.
La cosa infatti riuscì secondo il suo desiderio, e finalmente fu mandato a Deliceto, dove il giorno 24 maggio 1759 vestì l’ abito religioso.
Qual fosse in quel giorno la sua consolazione, non è facile immaginare. Vedevasi fuori del mondo in quella solitudine che da tanto tempo sospirava, e unito a sì buoni compagni che col loro esempio lo avrebbero aiutato a farsi santo.
E veramente da santo passò il suo noviziato; mentre ebbe maggior bisogno di freno che di sprone alla pratica delle virtù.
Il 15 maggio 1760, festa dell’ Ascensione di Nostro Signore, emise i voti religiosi nelle mani del Padre Tannoia, maestro dei novizi e rettore di quella Casa di Deliceto.
La devota cerimonia fu resa più solenne dalla presenza del Vescovo di Bovino, Mons. Tommaso Pacelli, che fece una patetica allocuzione alla Comunità.
Da Deliceto il buon Telesca passò a Ciorani per seguitarvi gli studi; ma poiché vi si applicò con molto ardore, senza diminuire le consuete sue mortificazioni, fu colto dall’etisia, solito male di quei primi tempi, dice il Padre Landi, e il male fu di natura sì grave che, nonostante tutte le cure, in un anno lo ridusse all’estremo.
Ricevuti pertanto con gran fervore gli ultimi sacramenti, morì da santo nel dì 30 giugno 1761 in età di ventun anno e mezzo.
«Egli fu stimato da tutti, riprende il Padre Landi, per un giovine santo, avendo praticato grandi virtù, ed avendo sempre camminato per la via della perfezione. «Perciò nel nostro Collegio di Ciorani ed in tutta la nostra Congregazione è restata una viva memoria delle sue rare virtù» .
Questi giovani eroi, che prendevano il Cielo d’assalto, rallegravano il cuore di S. Alfonso. Egli raccoglieva gli atti della loro santa vita per edificazione delle future generazioni e ringraziava il Signore di aver posto nelle fondazioni del suo Istituto le ossa di questi Martiri volontari (Lett. 11. 278; Berthe. 642).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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