Fratello Stefano Sperduto (1725-1805). – Italia.
Fratello Stefano Sperduto (1725-1805).
Nacque a Teora (AV) nel 1725.
Egli è quel giovane fratello laico novizio falegname che fu preso da subitaneo moto di sdegno, dette di piglio a un pezzo di legno e batté crudelmente S. Gerardo, che aveva preso un po’ di colla. Il fatto di essersi lasciato sorprendere da un siffatto impeto d’ irascibilità, prova ch’era un fratello ancora poco avvezzo a reprimere il bollore della sua natura. Ma la grazia di Dio non tardò a renderlo più coraggioso contro se stesso ed a farne un vero modello di virtù religiosa.
Fratello Stefano, durante i 50 anni che sopravvisse a S. Gerardo, si compiacque, accusando se stesso, di raccontare l’ eroica pazienza usata in quella occasione da S. Gerardo, e, più d’ una volta, il suo racconto era ancora bagnato d’ amaro pianto.
Fratello Stefano morì in Materdomini il 26 ottobre 1805. Ecco come se ne dà la partecipazione. «Addì 26 ottobre è morto Fratello Stefano dopo aver sofferto mesi 5 di malattia, che gli cagionò acutissimi dolori, sofferti con una pazienza inalterabile, uniformato al divino volere, coraggioso in incontrare la morte per unirsi al Signore, che sempre cercò in vita per mezzo dell’ osservanza esatta delle nostre sante Regole, dell’ amore ardente a Gesù Cristo Sacramentato ed a Maria SS.ma, della carità verso il prossimo, della costanza nei particolari esercizi di pietà, e dell’ amore alla fatica, non vedendosi mai ozioso o sano o infermo».
Fratello Stefano, in vedere S. Gerardo entrare in agonia la notte tra 15 e 16 ottobre 1755, corse subito a chiamare il Superiore, per fargli dare l’ ultima assoluzione sacramentale.
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Fratello Stefano era un falegname di Teora (vicino Materdomini) e professò nel 1754. Era molto preciso e amante del lavoro: “Anche da vecchio non lasciò mai il suo lavoro di falegname. In varie nostre Case ha lasciato sue opere: in Materdomini il coro di noce, il bancone della sagrestia.
Fu compagno di comunità con S. Gerardo.
È noto il trattamento che Fratello Stefano riservò a S. Gerardo che a volte lo disturbava nel suo lavoro: percosse con violenza il santo che gli manometteva gli strumenti di lavoro nel tentativo di rendersi utile, facendo qualche piccolo lavoro [noi ben conosciamo il carattere imprevedibile di Gerardo e poi Fratello Stefano era di indole focosa e di età ancora giovane (30 anni)].
Nei 50 anni che sopravvisse a Gerardo Fratello Stefano si compiaceva di raccontare l’eroica pazienza del Santo e, più di una volta, il suo racconto era bagnato di lacrime.
Fratello Stefano aiutò a pregare Gerardo morente: “Gerardo era troppo indebolito e non si fidava neppure di parlare; chiamò Fratello Stefano per farsi dire da lui gli atti di contrizione, ripetendo parola per parola dopo il Fratello”.
(da una conferenza del P. Salvatore Brugnano).
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