Sono stato avvocato

1. Sono stato avvocato

S. Alfonso  nel 1779 ricorderà a un suo discepolo più ambizioso che competente:«Sono stato avvocato….».
Questa frase evoca la sua prima attività e il suo primo apostolato. Alfonso infatti è stato nel medesimo tempo avvocato di professione e un laico apostolo. Volle rendersi totalmente disponibile a questo apostolato.
Non c’è altra spiegazione all’impegno preso nel 1722  con il voto al «celibato per il Regno».  Non ancora immaginava di intraprendere la via al sacerdozio. Ve ne erano a migliaia in quel tempo nella città di Napoli. Dunque a che essere sacerdote? pensa. Un laico cristiano, impegnato nell’apostolato, invece è più necessario nel suo domani.

  • Alfonso, avvocato, è apostolo nella sua casa.
    – Nel processo di canonizzazione, il padre Tannoia segnalerà come il giovane Alfonso convertì il suo schiavo musulmano senza domandargli nulla: semplicemente per « per il suo essere cristiano», per il suo modo di vivere. Abdallah, suo schiavo, non darà altra spiegazione che questa semplice confidenza: « Sono stato mosso dall’esempio del mio padrone, non potendo essere falsa questa Religione, nella quale il mio padrone vive con tanta onestà, e devozione, e con tanta umanità verso di me».
  • Alfonso, avvocato, è apostolo nella sua vita, nelle sue relazioni.
    Ha amici. Sono importanti nella vita. Molto. Sono prima di tutto amici fedeli, dei compagni di preghiera che ritrova spesso di sera durante l’adorazione del SS.mo sacramento , e ogni mese per il corso di esercizi spirituali: ove si ha il tempo di riflettere, pregare, condividere, cantare insieme. In seguito alcuni di essi saranno compagni di missione.
  • Alfonso è apostolo in città.
    Certamente ama la vita, ama giocare a carte, adora il teatro, soprattutto la musica. Ma non pensa che a Lui.. Si impegna al servizio degli altri. Da ciò la sua presenza  in parecchie associazioni cristiane, chiamate “confraternite”.
    Nel 1705 si iscrive alla Confraternita dei giovani nobili.
    Nell’agosto del 1715, dopo aver terminato il tirocinio di avvocato,entra tra la confraternita dei dottori sotto il patrocinio della Vergine della Visitazione. In questa confraternita lo scopo apostolico era di visitare e assister 300 ammalati presso l’ospedale degli Incurabili: «Vi si recava, scrive il P. Berruti, più volte a settimana, e rifare i letti, cambiare la biancheria, preparare le medicine, per  e con somma carità e devozione ristorarli, e dar loro da mangiare, prestare ai malati tutti i servizi di cui avevano bisogno, senza disgustarsi per il fetore, nausearsi. Compiva tale ufficio con tanta gioia spirituale e tale rispetto poiché, vedeva il Cristo reso visibile nel povero».
    Altra confraternita a cui si iscrive è di S. Maria della Misericordia detta Misericordiella si faceva carico dei prigionieri: visitarli e accompagnare i condannati a morte, questuare per le loro famiglie per le vie di Napoli, ospitare in una locanda i preti pellegrini o stranieri, curare, nel piccolo ospedale accanto, i preti indigenti. Sollevare gli ecclesiastici  detenuti nelle carceri, e spesso con l’offerta di un buon pasto.
  • All’azione umanitaria e caritativa univa l’azione politica e sociale al servizio della città.
    Alla età di 14 anni Alfonso prende possesso del suo seggio al consiglio di quartiere (la Piazza) di Portauova di cui i de Liguori erano membri di diritto. Dal 1710 al 1723 i verbali delle sedute attestano la sua partecipazione assidua. Si discutevano i problemi propri di una amministrazione cittadina, imposte, approvvigionamento della popolazione, controllo dei prezzi, conservazione del registro fondiario delle vendite e delle compere, appalto dei beni, attribuzione dei benefici ecclesiastici….

Ma Alfonso è innanzitutto un laico missionario, al servizio del Vangelo, con la sua professione di avvocato. Per cui si sforza esercitare la sua professione in una maniera irreprensibile. Si propone una sorte di codice etico che ha sempre sotto gli occhi e medita spesso:

  • 1. Non accettare cause ingiuste: sono perniciose per la coscienza e alla propria dignità
  • 2. Non difendere una causa con mezzi illeciti ed ingiusti.
  • 3. Non aggravare il cliente di spese eccessive; altrimenti l’avvocato è tenuto alla restituzione.
  • 4. Trattare le cause dei clienti con l’impegno con cui si trattano le proprie cause.
  • 5. Studiare i processi per dedurre argomenti validi alla difesa della causa.
  • 6. Ritardi e negligenze dell’avvocato portano pregiudizio al cliente; è tenuto egli allora per giustizia a riparare il danno.
  • 7. L’avvocato deve implorare l’aiuto di Dio: Dio non è il primo protettore della giustizia?
  • 8. Non è lodevole un avvocato che accetta molte cause, superiori ai suoi talenti, ed al tempo, non potrebbe difenderle efficacemente.
  • 9. Giustizia ed onestà sono requisiti degli avvocati cattolici; custodirle sempre come la pupilla dell’occhio.
  • 10. Un avvocato che perde una causa per negligenza è tenuto a riparare i danni subiti dal cliente.
  • 11. Nel difendere la cause bisogna essere veridico, sincero, rispettoso, e ragionato.
  • 12. I requisiti di un avvocato sono la scienza, la diligenza, la verità, la fedeltà e la giustizia.

A 23 anni è avvocato pienamente realizzato, l’impegno di Alfonso è di un laico impegnato al servizio dell’uomo: suoi clienti e concittadini, ma in modo particolare i poveri (malati, prigionieri, condannati a morte e i loro familiari).

Per lui, essere buon cristiano, non comporta l’essere monaco, sacerdote o vescovo, avere apparizioni o fare miracoli, è soprattutto seguire Cristo nel cammino del vangelo, continuare la sua opera di salvezza nel mondo. Egli già comprende: la santità è proposta a tutti, è alla portata di tutti.

Realizza il ritratto del cristiano tracciato un tempo da san Giovanni Crisostomo: «Imitiamo gli apostoli nelle loro virtù….Non furono i miracoli a farli apostoli, ma fu la santità della loro vita…. Perciò, quando il Signore volle tracciare il ritratto dei suoi discepoli, disse:”Da questo gli uomini vi riconosceranno che siete miei discepoli” Saranno forse i prodigi che opereranno? I morti che risusciteranno? Niente di tutto questo! Da cosa dunque? – Dice il Signore: “Ecco da cosa gli uomini vi riconosceranno per miei discepoli: per l’amore che avrete gli uni per gli altri”.
E l’amore non è il compiere dei miracoli, ma semplicemente operare con virtù. Perché cercate altrove? Il Signore stesso dipinge i suoi discepoli con un solo tratto e questo è l’amore»

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Nota dell’editore: il profilo riportato è solo un estratto dell’operetta in francese “Prier 15 jours avec Saint Alphonse” , non ancora pubblicato in Italia – Si spera di non ledere alcun diritto di autore… In caso contrario, se sarà dato avviso, questo post sarà rimosso.

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 Video =  S. Alfonso avvocato
(Da “Quanno nascette Ninno” – Musical, Pagani 2007)
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