(◊ in Francia) P. Georges Sipp. (1877-1920) (Ω in Bolivia)
P. Georges Sipp. La Paz, 1920.
Georges Sipp era figlio dell’Alsazia. Nacque a Colmar il 29 gennaio 1877 da una famiglia essenzialmente cristiana che ha dato sette figli alle famiglie religiose, di cui cinque alla Congregazione.
Georges fece gli studi nel seminario minore di Strasburgo, ma la morte prematura di suo Fratello Alphonse, postulante ad Uvrier, diede alla sua vita un nuovo orientamento: volle prendere il suo posto, si presentò al P. Hauger ed entrò nell’Istituto.
I sei anni preparatori al sacerdozio furono anni di fervore: era uno dei più ardenti studenti che presero la decisione di non lasciare mai solo il Santissimo Sacramento nella mattinata dei giovedì e dei giorni di ricreazione.
Ordinato sacerdote, si offrì generosamente per la fondazione di Tarapaca, al Nord del Cile, di cui diventò il superiore. Più tardi, fece parte della residenza di Iquique. Qui in particolare , si dedicò con zelo straordinario al ministero dei bambini, al culto di san Gerardo, alla visita dei poveri, dei malati, ed al ripristino dei matrimoni.
L’amore al Santissimo Sacramento era la risorsa della sua vita. Grazie al suo ardente zelo, si è operato un grande bene e si era formato un movimento religioso intorno alla comunità.
Ma il Padre Georges, in mezzo a questi impegnativi lavori, aveva sete di vita calma e di unione a Dio: si sentì chiamato alla vita di Certosino. D’accordo coi Superiori, fece dei passi in questo senso e si imbarcò per la Spagna, via Buenos Aires. Siccome la guerra del 1914 era in piena attività, non ottenne il passaporto e fu obbligato a restare a Buenos Aires nella Vice provincia dell’Argentina.
Qui ricevette un’accoglienza fraterna, trovò una comunità dove regnava l’osservanza regolare, e si dedicò con ardore alle missioni. Ritornò a La Paz nel 1920, con l’ardore e l’allegria dei giorni più belli. Ritrovò di nuovo l’entusiasmo per il ministero dei fanciulli in cui eccelleva.
Ma Dio gli preparava una magnifica corona nell’eterna certosa dove mors ultra non erit, neque luctus, neque clamor . Si manifestò una polmonite e otto giorni dopo, circondato dai confratelli, rendeva la bella anima a Dio.
La sua morte fu un lutto per la popolazione cattolica e per l’opera del catechismo. Più di duecento bambini seguivano il corteo funebre. Quando si volle calare la bara nella tomba, i bambini iniziarono a piangere ed a singhiozzare: «P. Georges non abbandonarci!». Poi dando libero corso alla loro legittima tristezza, si gettarono letteralmente sulla bara e la coprirono di baci. – «Miseremini mei, saltem vos amici mei».
Professione: 8 settembre 1901.
Ordinazione sacerdotale: 10 agosto 1906.