Settembre 5 Mortificazione

5 settembre
L’intemperanza nel cibarsi fa grande danno al corpo ed all’anima! In quanto al corpo è certo che la maggior parte dei morbi umani son cagionati dal vizio della gola… Ma il minor male sono i morbi del corpo; il peggiore è l’infermità che ne proviene all’anima… Siccome il digiuno dispone l’anima alla contemplazione di Dio e dei beni eterni, così l’intemperanza ne la distoglie. (S. Alfonso in  La Monaca Santa, Marietti 1929, cap. VIII, n. 3).

  • S. Alfonso non mangiava mai le primizie. Ancorché nonagenario, lasciava sulla tavola i frutti che vi erano serviti per la prima volta. «L’uva gli sembrava troppo aspra, le ciliege non ancora mature, la frutta fresca faceva male allo stomaco». Non solo rinunziava a tutto ciò che alletta il gusto, ma fino agli ultimi anni della sua vita durò a prendere la sera un pò di vino per dormire la notte, ma negli ultimi tempi volle fare a meno anche di questo. «Un pò d’acqua, diceva, val più di tutti i nettari di questo mondo».

Da “Spigolature”, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987

Dal Calendario storico C.Ss.R.

    • 5 settembre 1728 = All’inizio di settembre di quest’anno, le “Cappelle serotine” a Napoli, vengono accusate di essere delle sette pericolose. A seguito di questo incidente, il cardinale le approverà e aprirà le cappelle pubbliche.
La scelta di S. Alfonso di vivere povero e mortificato nasceva dalla contemplazione della povertà e mortificazione del Cristo. (tela nella Casa redentorista di Bogotà, Colombia).

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