16 settembre
La mortificazione interna attacca e riduce il nemico interno, cioè l’immaginazione, la memoria, la sensibilità, l’impressione, il cuore naturale, lo spirito, la intemperanza della lingua, la volontà propria.
E questo lavoro deve durare tutta la vita, sopra tutto in certe prove più dolorose. (P. Desurmont in George, Vita del P. A. Desurmont, Parigi 1924, livre cinquième, chap. 11 n. 9 ).
- Il P. Francesco Margotta fu una volta destinato a predicare gli esercizi spirituali a molti dotti sacerdoti, riuniti in Ciorani. Conoscendosi i rari talenti del nostro Padre e la sua eminente santità, da tutti si attendeva gran frutto. Il Margotta temendo a cagione delle predette buone disposizioni degli uditori, di essere trasportato da una certa aura di vanità, salì sulla cattedra e mentre tutti in silenzio pendevano dalle sue labbra finse di dimenticare la predica. Fingendo in seguito di vagare e cercar parole, disse alla fine: «Signori miei, perdonate, ho dimenticato la predica». E così mortificato scese giù dalla cattedra.
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987
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