P. Costantino Santorelli (1739-1783) – Italia.
All’attivissimo e virtuoso Padre Caione succedeva al governo del Collegio di Materdomini nel 1773 Don Costantino Santorelli. Le cronache sono scarse di notizie e poco conosciamo della sua vita. Però le poche e frammentarie notizie ci aprono un vasto e luminoso orizzonte di una vita laboriosa e santa.
Pare che la patria di Don Costantino sia stata la bella Partenope e che discese da nobile e stimata famiglia. Un suo zio occupava un posto importante nei Tribunali di Napoli.
I suoi primi studi furono avviati presso i Padri Gesuiti e si distinse nelle lettere, nelle scienze e specialmente nella filosofia. Maturo e deciso, il suo giudizio fu fiero nel disprezzo del mondo. Il suo animo aveva l’incanto del cielo di Napoli; e la pietà sincera e viva del popolo napoletano era la forma vitae del suo operare.
Un giovane, che sentiva Dio nel cuore, la bellezza della religione e l’impulso della grazia, a 18 anni, attratto dall’operosità, dalla semplicità e dalla santità dei Padri Redentoristi, risolse di essere uno di loro e di lavorare con loro nel vasto campo delle missioni per la salvezza delle anime. Manifestò il suo disegno al confessore, il quale, prudentemente, ne differì l’esecuzione. Però egli, bramoso, non vedeva l’ora di addossarsi « il pesante carico sulle spalle », sperando che Dio gli dovesse dare « la grazia di sostenerlo ».
Finalmente il direttore acconsentì ed egli trattò la sua vocazione con un uomo di Dio: il P. Margotta. Costui condusse a Pagani il giovane postulante . Alfonso de Liguori esaminò il giovine e la di lui vocazione e senza trovare alcuna difficoltà, ispirato da Dio, lo ammise al noviziato.
Lo zio montò sulle furie, ricorse al Re per un suo reale e sanzionatore intervento. Fu deciso di chiudere il giovane nel convento dei Minimi di Nocera perché si esaminasse più accuratamente la di lui vocazione.
Lo zio, i fratelli, gli amici assaltarono il povero giovane e, con ogni arte, cercarono di smuovere e fiaccare la fortezza della sua volontà per farlo retrocedere. Costantino , fedele al suo proposito, rimase impassibile e per il conforto ed i consigli di S. Alfonso riuscì vittorioso.
Anche il Vescovo di Nocera, incaricato di un suo rapporto al Re, dovette applaudire all’invincibile fermezza del Santorelli.
Autorizzato dal Sovrano, Don Costantino Santorelli entrò nel noviziato dei Liguorini e professò la regola redentorista il 25 dicembre 1759. Fu sacerdote il 2 aprile 1763.
Fu uno degli uomini più ragguardevoli dell’Istituto in quel periodo di eroi. Rifulse per il suo carattere adamantino, per il suo laborioso e fruttuoso apostolato, per la sua dottrina, ma maggiormente brillò, vivida stella, per la sua rispecchiata virtù.
Moriva nel bacio del Signore il 28 aprile 1783.
P. Bernardino Casaburi
S. GERARDO, anno XLVII, novembre-dicembre 1947, pag. 118.
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
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