Santorelli Costantino redentorista

P. Costantino Santorelli (1739-1830). – Italia.

P. Costantino Santorelli (1739-1830).

In Napoli fece i primi suoi studi trai Gesuiti, ma nacque in Carbonara di Palma di Nola.

Si segnalò in tutti i corsi di lettere, scienze e filosofia per la maturità di giudizio, per il disprezzo dei piaceri mondani, e specialmente per la sua profonda pietà.

A 18 anni attratto dalle meraviglie che i nostri Padri operavano, risolvette di associarsi a loro, ma, oppostosi lo zio, certo impiegato nei tribunali, apertamente al suo disegno, il giovine, per consiglio del suo confessore, ne differì per qualche tempo l’ esecuzione.

Un tal giorno in cui egli manifestava ad un Padre il suo ardente desiderio di entrare in noviziato: «Figlio mio – gli disse il suo interlocutore – riflettete seriamente: quest’ Istituto è nuovo e molto povero, si lavora molto e si soffre anche di più; è un pesante carico che vi mettete sulle spalle».

«Padre, – rispose l’ intrepido giovane, – è proprio per questo che io l’ ho scelto. Se il peso è grave, Iddio mi farà la grazia di sostenerlo».

Il suo direttore spirituale gli disse finalmente ch’ egli aveva abbastanza pazientato, e che poteva trattar della sua vocazione col P. Margotta, il quale condusse il postulante a Pagani, dove S. Alfonso , dopo averlo esaminato, lo ammise al noviziato.

Irritato lo zio, fece ricorso al Re, che decise di rinchiudere il giovane nel convento dei Minimi di Nocera, dove si procederebbe, senza violentare la sua coscienza, all’ esame di sua vocazione.

Lo zio, i fratelli, gli amici non mancarono di accorrervi per dar l’ assalto alla sua volontà: ma sostenuto dai consigli e dalle preghiere di S. Alfonso, il Santorelli rimase invincibile.

Il Vescovo di Nocera, incaricato di fare un rapporto al Re, non poté che encomiare altamente l’ incrollabile fermezza di Costantino, e far plauso alla sua risoluzione.

Con l’ autorizzazione del Monarca, il Santorelli rientrò nel noviziato, fece la professione il 25 dicembre 1759, e divenne uno degli uomini più ragguardevoli della Congregazione.

Professò nel 1759. Nel 1773 fu nominato rettore di Materdomini, come si rileva dalla Vita di Fr. Gerardo, scritta da P. Tannoia.

Il 9 gennaio 1759 S. Alfonso scriveva a P. Tannoia:

«…. Godo che Santorelli si porta bene; ma siamo costretti di mandarlo a qualche monastero ad esplorare la sua volontà, mentre lo Scrivano di Napoli fa fracasso e minaccia di ricorrere al Re. Abbiamo pensato con Monsignor Volpe, che tiene in mano l’ affare, di mandarlo al monastero del P. Druisi sotto la sua direzione in Solofra. Miglior monastero di questo non possiamo trovare.
Ma pure avrà d’ avere battaglie, perché verranno altri, mandati dai parenti, ad esplorarlo e tentarlo. Onde fatelo apparecchiare perché tra poco avrà d’ andare, quando ve lo manderò a dire».

Nel 1773 i consultori suoi furono P. D’ Agostino e P. Fiore, l’ Ammonitore P. De Robertis.  (Lett. p. 237.)

Morì il 22 Novembre 1830 di anni 91.
(Lett. I-412; II- 237; Berthe. 627, 943).

Il P. Denges dice che nel Catalogo Generale sta scritto:
«Morto in Napoli il 5 Marzo 1783, seppellito in Nocera».
Altri segnano: morto il 28 Aprile.

In Comunità viene appellato da tutti: Maximus ire minimis. Era esattissimo nell’ osservanza delle Regole, anche nelle cose più minute.

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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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Materdomini (AV), dove il P. Costantino Santorelli fu superiore, succedendo al P. Gaspare Cajone. – Particolare dell’affresco di G. Vollono che non esiste più perché distrutto dal terremoto 1980: si trovava sul soffitto della chiesa e mostra S. Alfonso con i primi compagni ai piedi della Vergine immacolata. Tra i confratelli che fanno corona al Santo, possiamo immaginarvi presente anche il P. Santorelli. (la foto Ditta Marcone di Genova proviene dalla Raccolta Marrazzo).

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