Sant’Alfonso e l’Immacolata

S. Alfonso avvocato e l’Immacolata
Il suo giuramento di sangue

Nella mattina del 21 gennaio 1713 il giovanissimo candidato Alfonso de Liguori sostenne l’esame di laurea in giurisprudenza, ottenendo il dottorato in diritto civile e canonico. La prova era consistita in una difesa orale su temi che gli erano stati notificati prima. Alfonso espose in latino la sua “ lezione ”, seguita dalle obiezioni degli esaminatori e dalle risposte, fatte di sottili distinzioni, confutazioni e concessioni, e dall’ampia sintesi finale. “All’unanimità, senza nessuna voce discordante”, malgrado la sua aria e la sua taglia ancora di ragazzo, Alfonso venne proclamato dottore in utroque jure con la menzione di lode “Summo cum honore maximisque laudibus et admiratione”.

Secondo l’abituale rituale dottorale al neo laureato si fece indossare subito dopo una toga d’avvocato, lo si istallò sulla cattedra dottorale dinanzi ai libri chiusi del Corpus juris Canonici e del Corpus Juris Civilis, solennemente aperti poi di fronte a lui; gli fu infilato al dito l’anello d’oro che lo sposava con la sapienza; e infine gli fu imposto il berretto dottorale e giudiziario.
Erano formule consacrate dall’uso che accompagnavano i gesti e ne dettagliavano i poteri: “ leggere, commentare, interpretare, insegnare dalla cattedra magistrale, porre e esercitare pubblicamente tutti gli atti di competenza dei dottori, qui e in ogni altra parte ”. I “ confratelli ” gli diedero allora il bacio di pace, invocando su di lui la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

S. Alfonso offre alla Madonna il suo spadino

Il  giuramento
Alfonso, in ginocchio, fece prima la professione di fede cattolica nei termini della cosiddetta formula tridentina, quindi si impegnò solennemente riguardo al domma, allora non ancora definito, dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, pronunziando il seguente testo, ufficiale certo, ma scritto e firmato di pugno, a volte anche con il sangue, da ogni nuovo dottore:
“Io, Alfonso Maria de Liguori, umilissimo servitore di Maria sempre Vergine Madre di Dio, prostrato ai piedi della Divina Maestà in presenza dell’ineffabile Trinità dell’unico Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, prendendo a testimoni tutti gli abitanti della Gerusalemme celeste, credo fedelmente con lo spirito, abbraccio veramente col cuore e proclamo fermamente con la bocca che tu, Madre di Dio sempre Vergine, tu sei stata oggetto da parte dell’onnipotente Iddio di un privilegio assolutamente unico: sei stata interamente preservata da ogni macchia di peccato originale, fin dal primo istante della tua concezione, cioè dal momento dell’unione del tuo corpo con la tua anima. In pubblico e in privato, fino all’ultimo respiro della mia vita, insegnerò questa dottrina e mi impegnerò con tutte le mie forze affinché tutti gli altri la ritengano e l’insegnino. Così attesto, così prometto, così giuro e che Dio mi aiuti e questi santi Vangeli ”.

Questo giuramento non era frutto della controriforma tridentina, ma una pratica iniziata nel 1497 in e diffusa nelle università europee ed era stata imposta dal viceré spagnolo Pedro Giron, duca di Ossuna, nel 1618 ai magistrati, baroni, dottori e professori del Regno di Napoli. Il giovane avvocato fu felice e penamente libero di sottoscrivere tale giuramento, poiché trentasette anni più tardi, scrivendo i nove discorsi per le feste della Madonna, concluderà così quello per l’Immacolata Concezione: “Voglio finalmente chiudere questo discorso, in cui mi son diffuso più che negli altri, per ragione che la nostra minima Congregazione ha per sua principal protettrice la SS. Vergine Maria appunto sotto questo titolo della sua Immacolata Concezione ”.
E rinnoverà in questi termini il giuramento dei sedici anni: “ Ah mia immacolata Signora, io mi rallegro con voi di vedervi arricchita di tanta purità. Ringrazio e propongo di sempre ringraziare il comun Creatore, per avervi preservata da ogni macchia di colpa, com’io tengo per certo, e per difender questo vostro sì grande e singolar privilegio della vostra immacolata Concezione, son pronto e giuro di dar, se bisogna, anche la mia vita ”.
 

 

 

(cf. Rey Mermet “Il Santo del secolo dei lumi, Città Nuova 1982, pp.116-117)
P. Salvatore Brugnano

 Ascolta la canzoncina di S. Alfonso “Sei pura, sei pia” nella interpretazione del piccolo coro dell’Annunziata di S. Agata dei Goti.

[audio:09SeiPura3.mp3]

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