Fratello Antonio Samà (1887-1961) – Italia.
Il 15 dicembre 1961, a Pagani, è deceduto il Fratello Coadiutore Antonio Samà. Tutti lo conosciamo e lo ricordiamo docile, rispettoso, laborioso, esatto fino allo scrupolo nel disimpegno del suo ufficio.
Lo ricordiamo a Ciorani, quando esercitava il suo mestiere di calzolaio nel fare e riaggiustare le scarpe occorrenti ai Padri e ai nostri Aspiranti.
Le varie Comunità, che lo hanno avuto di assegno, si sono giovate del suo lavoro e soprattutto dei suoi esempi di osservanza regolare e di pietà.
Da oltre un decennio assegnato alla Comunità di Pagani ha esercitato l’ufficio di sagrestano della Basilica. Ha emulato lo spirito e lo zelo di Fratello Achille. La gravità, la serietà, l’esattezza e il decoro delle funzioni religiose lo hanno accresciuto di stima e di ammirazione presso di tutti. Il desiderio dello splendore della Basilica lo spingeva a moltiplicarsi, specialmente nelle solennità del Natale, della Pasqua, della festa di S. Alfonso.
Un male ribelle ad ogni cura da anni è stato sopportato con umiltà e con pazienza. L’ultima fase di un male tanto crudo e penoso l’ha reso eroico. Non una parola di lamento. Ha accettato tutto dalle mani del buon Dio e, specie gli ultimi giorni, sono stati un’offerta continua al Signore per le mani di Maria SS. per il S. Padre, per il Concilio Ecumenico, per l’Istituto.
Fra i «Volontari della Sofferenza » ha accolto il messaggio della Madonna a Lourdes e a Fatima, e lo ha praticato nella pienezza della dedizione per la salvezza delle anime. Edificanti i suoi ultimi giorni! Con piena conoscenza ha chiesto ed ha ricevuto prima l’Olio Santo e poi il Santo Viatico. Ha domandato perdono a tutti delle sue infedeltà e dei suoi possibili cattivi esempi dati; ha voluto rinnovare con ogni spontaneità e devozione i santi Voti Religiosi, commovendo fino alle lacrime i presenti.
Alle ore venti del giorno 15 dicembre 1961, assistito da tutta la Comunità in preghiera, è volato al cielo, dopo 42 anni di Professione religiosa.
Era nato a S. Andrea sull’Jonio (Catanzaro) il 13 giugno 1887; ed aveva professato il 25 dicembre 1919.
P. Domenico Farfaglia
Superiore Provinciale
____________
Altro profilo
Alle ore 20 del 15 dicembre 1961, decedeva in Pagani il Fratello Coadiutore Antonio Samà; era nato a Sant’Andrea Jonio da Antonio e Maria Antonia Cosentino, il 13 giugno 1887; e aveva professato il 25 dicembre 1919.
Pio, laborioso; ovunque è stato ha lasciato un ricordo di esemplarità e di bontà. A Pagani, per molti anni, ha esercitato con impegno e con scrupolosità l’ufficio di sagrestano.
Nel mese di luglio, per il rincrudimento del male, è stato ricoverato al Cardarelli e poi alla clinica De Pascale a Napoli. La diagnosi, purtroppo, è stata spaventevole: tumore maligno, che lo ha consumato e portato alla morte.
Sopportava la sua sofferenza da anni con pazienza; ma in questi ultimi mesi è stato eroico. Ha continuamente offerto al Signore il tormento del suo male che lo consumava, fino alla divorazione di tutta la sua guancia sinistra sino alla mascella. Le sofferenze sono state inaudite; alle volte le grida si udivano fino al terzo piano. Se la carne era così tormentata ed avvilita, lo spirito era sereno. La sua offerta è stata continuamente rinnovata per la santa Chiesa, per il Papa, per il Concilio Ecumenico, per la Congregazione e per la Provincia.
Con una devozione e una pietà singolare ha ricevuto nella piena conoscenza i santi sacramenti; ha chiesto perdono a tutti delle sue infedeltà; ha rinnovato i santi voti; ha voluto fare la professione di fede. Volgeva continuamente lo sguardo alla Madonna e al Crocifisso con rinnovate giaculatorie e preghiere. Ha voluto che nelle sue mani gli si ponesse il Crocifisso, la immagine della Madonna ed il Rosario.
Dagli atti personali.
______________
Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
____________
Altro profilo
Fratello Antonio Samà
di Antonio e M.a Antonia Nisticò.
Nato a S. Andrea Jonio . (Dioc. Squillace e Prov. Catanzaro) il 13.6.1887 = Prof. 25.12.1919 = + a Pagani 15.12.1961.
- Nel 1912 a Pagani (in numerosa compagnia di Confratelli).
- Nel 1924 a Ciaroni (coi F.11i Luigi M., Antonio, Giacomino).
- Nel 1927 a Marianella (col F.11o Michelangelo).
- Nel 1930 a Tropea (con Fr. Andrea).
- Nel 1936 a Corato (solo con 3 Padri all’ospizio “Divino Amore”).
- Nel 1948 a Pompei (con Fr. Giovanni G. e Michele C.).
- Nel 1955 a Pagani fino al suo transito al Cielo.
“Era uno dei due ragazzi che il Provinciale P. Di Marco volle condurre da S. Andrea Jonio a Pagani. L’altro era Giuseppiello Betrò che ricevette un elogio, dopo la sua morte, dal Provinciale in una circolare.
Il nostro Fratello esercitava con molta umiltà il suo primo mestiere di calzolaio, quando glielo permettevano i suoi Superiori. Era gioioso di vedersi utilizzato a beneficio della Comunità. In seguito fu assegnato a Ciorani. Ma dopo fu richiamato a Pagani per l’ufficio di Sacrestano, esercitato con serietà e decoro.
Già anziano fu colpito da un tumore al volto. Ricoverato in ospedale a Napoli, tollerò la sua infermità con religiosa e invidiabile rassegnazione, benché si avvedeva che il suo male non dava segno di miglioramento. Quando i medici scorsero l’avanzato peggiora-mento, senza alcuna speranza di guarigione, ma di imminente decesso, lo fecero riportare a Pagani, per dargli la gioia di morire nella Casa di Dio, come egli aveva sempre desiderato” (F.M.F.).
Con me ha fatto il suo secondo noviziato (durante il mio noviziato Paganese). Dopo la sua Professione restò con noi facendo il suo mestiere di calzolaio della Comunità e Noviziato. Le sue calzature erano forti e di bella forma. Tutti noi eravamo contenti di essere serviti da lui, specialmente per gli accomodi alle calzature vecchie, che rifaceva come fossero nuove.
Parlava poco e pregava molto. Ci accompagnò da Materdomini a Pagani il 14 settembre 1919 senza dire una parola, solo pregava nella carrozza fino a Lioni, nel treno… Quando era domandato rispondeva garbatamente.
A Corato non avendo ottenuto dal Rettore un purgante necessario, restò triste e silenzioso. Ma il P. Santonicola Alfonso scrisse a Roma, esponendo i cattivi trattamenti verso un Fratello tanto buono. Avemmo tutti la gioia di vedere deposto quel Rettore, per sempre… né in appresso ebbe alcun ufficio…
Infine egli soffrì i suoi mali rassegnato alla Santa Volontà di Dio per molti anni, perdendo, sotto il nostro sguardo, quella sua tanto gradita vitalità, perché offerta tutta al Buon Dio con gioia e amore filiale.
Era il Fratello del dolce sorriso. Nessuno l’ha visto mai triste!
______________
Profilo tratto da
Ricordo di fraterni amici.
del P. Francesco Santoli, Lioni 1980
________________