Salemi Calogero redentorista

Fratello Calogero Salemi (1866-1942) – Italia.

Quando nella prossima stagione i nostri pellegrini ritorneranno a Materdomini, si avvedranno subito che manca qualcuno… Manca, perché S. Gerardo l’ha chiamato in Cielo, il vecchio fratello sagrestano che, come ombra jeratica, si aggirava in ogni ora del giorno sotto le navate dorate della Basilica ed era guida premurosa di tutti i pellegrini. E’ questi il Fratello Calogero Salemi, nato a Racalmuto il 18 giugno 1866, e professo il 6 giugno 1912.

Alto, stecchito, burbero e sorridente, eloquente e persuasivo, non lasciava mai soli e sperduti i pellegrini, tanto cari a S. Gerardo ed al cuore di fratello Calogero. Li riceveva nel vestibolo, li menava alla Cappella delle Sacre Reliquie, li accompagnava alla stanzetta del Transito ed al soffitto della disciplina; illustrava quadri, immagini e reliquie; li infervorava nella narrazione della vita e miracoli del Santo Taumaturgo; li invitava alla confessione e comunione moltiplicando esortazioni e predicozzi.
I semplici della montagna lo ascoltavano immobili, compunti, lo seguivano nel giro delle visite, facevano tesoro dei corollari parenetici che sapeva trarre dai vari episodi della vita del Santo. “Volete i vostri granai pieni?” – diceva alla gente dei campi. Ebbene vuotate la Sacra Pisside. Alle Fanciulle…: “Non voglio più bellezze, voglio amare Gesù”. Ai bambini: “Chi padre e madre non rispetta, poco campa e inferno aspetta“…
Così tutti i pellegrini desideravano di essere accompagnati da Fratello Calogero, tutti lo cercavano, tutti lo seguivano.
Ma allorquando con la prossima stagione i pellegrini lo ricercheranno, sentiranno dirsi: “”Fratello Calogero non è più con noi a Materdomini: è in Paradiso”. Vicino al suo Santo Confratello che amò tanto e fece amare tanto durante la sua lunga dimora a Materdomini.

Preferiva i fanciulli, il buon vecchio sagrestano di S. Gerardo. Ad essi insegnava i primi rudimenti della fede e, seduto al suo armonium, insegnava a cantare la sua laude preferita: Il tuo gusto e non il mio—Voglio solo in me, mio Dio!…
E furono proprio i fanciulli di Materdomini che piansero con maggiore sentimento il vecchio e buon fratello. Come schiere di innocenti circondarono in folla il suo feretro, e lo accompagnarono, pregando, al cimitero, ove dorme in pace il sonno di Cristo.

S. GERARDO, anno XLII, febbraio 1942, pag. 35.

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

Due immagini del Fratello Calogero Salemi: a sinistra del 1894 quando egli aveva 28 anni. – Fu un fratello molto utile alla Congregazione e al Santuario di S. Gerardo. Egli era siciliano; durante la sua gioventù fece il servizio militare a Nocera Inferiore da attendente ad un Capitano, che prima era stato seminarista. La vicinanza con la Basilica di S. Alfonso fece maturare in lui il desiderio di unirsi ai Redentoristi. – A destra alla missione di Pietradefusi (Avelinno) nel 1914.

Altro Profilo

Fratello. Calogero Salemi
di Santo e Maria Parisi.

Nato a Racalmuto (Dioc. e Prov. di Agrigento) il 18.6.1866 = Prof. 6.6.1912 = + a Materdomini 20.1.1942.

  • Nel 1912 è a S. Angelo a Cupolo con i Fratelli Francescone, Salvatore Sales.
  • Nel 1924, 1927, 1930, 1936a Materdomini con i Fratelli Petrino P. Antonio e Micheluccio Falanga, Giovanni G., Gaetanino E…

Fratello molto utile alla Congregazione e al Santuario di S. Gerardo.

“Durante la sua gioventù fece il servizio militare a Nocera Inferiore da attendente ad un Capitano, che prima era stato seminarista.
Siccome frequentava la chiesa Cattolica, prese molta domestichezza col Vescovo Mons. Luigi Del Forno. Avendogli detto che sapeva suonare l’organo, Monsignore (nella sua bonarietà) gli disse: “Se è così voglio vedere come suonate”. Saliti sull’organo, il Vescovo tirava i mantici e Calogero suonava.
Fu proprio Mons. Del Forno ad invogliarlo di farsi religioso Liguorino, indirizzandolo a Pagani, ove dal P. Provinciale fu ricevuto ben volentieri, perché conosciuto e raccomandato dal Vescovo.

Mandato a S. Angelo a Cupolo, vi fece lunga permanenza, esercitando vari uffici ed anche quello di organista.

Poi quando aveva una cinquantina di anni fu assegnato alla Casa di Avellino. Dopo alcuni anni fu trasferito a Materdomini, ove ri­mase fino alla morte. Anche qui dovette esercitare vari uffici, più di tutti quello di fare da cicerone nel guidare i forestieri e pellegrini che si recavano al Santuario di S. Gerardo. Tratteneva i pellegrini per ore ed ore senza far sentire la noia della solitudine.

Era loquace e richiamava gli episodi più belli della vita del Santo. Fino alle campane e al bianco lenzuolo visto prodigiosamente per tutti i paesi della Valle del Sele. Era il fratello di tutti ed infinita era la sua gioia in mezzo ad essi.

Aveva però una grave malattia che lo costringeva spesso a mettersi a letto; era epilettico, o mal caduco. Morì proprio per questa malattia. Un giorno mentre assisteva alla S. Messa, fu colpito dal male. Vi fu il tempo di portarlo alla sua stanza, adagiarlo sul letto e subito cominciò la sua agonia, che fu breve e santa.
Era da tutti conosciuto con simpatia per il suo ufficio caritativo e religioso che rendeva ai pellegrini” (F.M.F.).

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da Ricordo di fraterni amici
del P. Francesco Santoli
Tipolitografia Irpina, Lioni 1980

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