192. S. Alfonso. Viaggio verso l’eternità.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
192. S. Alfonso. Viaggio verso l’eternità.
♦ Nel vedere che su questa terra tanti malvagi vivono nella prosperità e al contrario tanti onesti sono tribolati, anche i pagani, con la sola luce della ragione, sono arrivati a questa verità: cioè che, se Dio è giusto, ci dev’essere un’altra vita, in cui gli empi siano puniti e i buoni premiati. Ora, quello che i pagani hanno detto con il solo lume della ragione, noi cristiani lo professiamo per fede.
♦ Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma andiamo in cerca di quella futura (Eb 13,14). Questa terra non è la nostra patria, un luogo di passaggio, dal quale dobbiamo passare alla dimora dell’eternità. L’uomo se ne va alla sua dimora eterna (Qo 12,5).
Dunque, mio caro lettore, la casa dove abiti non è casa tua: è un ospizio da cui, tra poco e quando meno te lo aspetti, dovrai sloggiare. Sappi che, appena giunto al momento della tua morte, i tuoi familiari saranno i primi a cacciartene fuori. E quale sarà la tua vera casa?
La casa del tuo corpo fino al giorno del giudizio sarà una fossa, mentre la tua anima andrà nella dimora dell’eternità, in paradiso o all’inferno. Pertanto sant’Agostino ti avvisa: “Tu sei ospite: guarda e passa”.
♥ Se ti salvi, beato te; oh, che bella casa è il paradiso! Tutte le più ricche regge dei sovrani sono stalle rispetto alla città del paradiso, che sola può definirsi città di perfetta bellezza (Lam 2,15).
Lassù non avrai più nulla da desiderare, poiché starai in compagnia dei santi, della divina Madre e di Gesù, senza più temere alcun male.
Insomma, vivrai in un mare di contentezza e in un continuo gaudio che durerà per sempre. Felicità perenne splenderà sul loro capo (Is 35,10). E questo gaudio sarà così grande che per tutta l’eternità, in ogni momento, sembrerà sempre nuovo.
(S. Alfonso, Apparecchio alla morte, XIV, 1)
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