S. Alfonso. Vescovo lontano, ma dal cuore vigile. 1767.

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133. S. Alfonso. Vescovo lontano, ma dal cuore vigile. 1767.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

133. S. Alfonso. Vescovo lontano, ma dal cuore vigile. 1767.

Napoli 1767. – Non passava giorno che non Alfonso non spedisse o non ricevesse corrieri dalla Diocesi, per esser informato dei rispettivi bisogni.

  • Non essendo soddisfatto della condotta di un Religioso, fece sentire al Provinciale, che quel tale non stava bene in Diocesi. Rispose quegli tutto agitato: “Che ho da fare? Dite a Monsignore che non ho dove situarlo”. Disse Alfonso. “Oh bella! esso non ha ove situarlo e vuole che si pianga da me!”. E quel Religioso, avendo respinto di nuovo il Verzella, con termini più forti, si trovò sbalzato prima che egli ritornato fosse in S. Agata…
  • Tra questo tempo pervenne ad Alfonso la notizia che un Gentiluomo in Arienzo frequentava una casa. Questa spina gli trafisse il cuore. Vedendolo agitato il Verzella, suggerì di scrivergli una lettera. – “Che lettera e lettera”, ripigliò tutto acceso Monsignore, “facciamo che si prenda informazione dal Governatore, se vogliamo arrivare a questo zoppo. Il Governatore sa cosa farsi”. Scrisse; ma il Gentiluomo si porta in Napoli da Monsignore, si umilia, e promette emenda del suo trascorso.
  • Tra queste angustie Alfonso contava i momenti per vedersi in Diocesi. Importunato dallo Jorio, non so per quale novena, rispose: “Che novena voglio fare?… la novena vado a farla in Diocesi, ove solo Dio sa i guai che ritroverò. Gesù Cristo non mi vuole in Napoli, ma in S. Agata”.
  • Memore delle grazie ricevute nella Chiesa della Redenzione da Maria Santissima fu più volte a visitarla. L’ultimo giorno le disse: “Madonna mia, arrivederci in Paradiso, che in Napoli non ci vedremo più”.

Tale fu la dimora in Napoli di Monsignor Liguori. Ripartì con volontà di mai più ritornarci. Scrisse da S. Agata al Fratello Tartaglione: “Dite a D. Ercole, mio fratello, che con libertà affitti il quarto, perché in Napoli, non ci verrò più”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 40)  Leggi tutto nell’originale.

Alfonso: “Gesù Cristo non mi vuole in Napoli, ma in S. Agata”. E l’ultimo giorno che visitò la chiesa della Madonna della Redenzione dei Cattivi disse: “Madonna mia, arrivederci in Paradiso, che in Napoli non ci vedremo più”.