249. S. Alfonso. Una particolare attenzione alle prostitute.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
249. S. Alfonso. Una particolare attenzione alle prostitute.
♦ Se per Alfonso furono una croce gli uomini cattivi, le meretrici ve lo tennero inchiodato.
- Considerando il gran male che queste potevano cagionare nella Società, non trovava pace; e si deve dire che quanto pietoso era egli verso di tutti, altrettanto, mutando natura, si rendeva crudo e senza pietà verso di queste.
- Grande era il numero di queste traviate. Anche con esse Alfonso non mancava usare ogni mezzo per vederle emendate.
- Informato del traviamento, le chiamava anche dai confini della Diocesi, le ammoniva, mettendo loro avanti l’offesa di Dio ed un inferno eterno, ed anche le conseguenze corporali, piuttosto cattive.
- Monsignore mostrava la sua protezione ed il suo aiuto per le loro miserie e diceva: “Se peccano per non aver da vivere, impedito il peccato, sarebbe una disperazione per queste disgraziate ritrovandosi abbandonate”.
♥ Essendo stato da lui, il Governatore di Arienzo disse che si era effettuata la carcerazione di una certa prostituta.
Rispose Monsignore: “Gloria Patri! ma bisogna assegnarle qualche cosa”.
“Quello che vi piace”, disse il Governatore.
E Monsignore: “Diamole un carlino!”
“Quando è così – ripigliò il Governatore – tutte le femmine si contentano di esser carcerate. Se le date una cinquina, può bastare”.
“No, è poco – replicò Monsignore – diamole due cinquine”.
“È troppo! – ripigliò il Governatore- una cinquina, e quanto si procaccia colla fatica, può bastare”.
Alla fine si convenne per tre grana e mezzo.
♥ Così Alfonso avocava a sé la causa di quelle sventurate; impediva il peccato; e non lasciava cosa per esentarle e ridurle a Gesù Cristo..
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 59). – Leggi tutto nell’originale.