144. S. Alfonso. Un vescovo sofferente e obbediente. 1768.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
144. S. Alfonso. Un vescovo sofferente e obbediente. 1768.
♦ Solo dopo molto tempo Alfonso fu rimesso, ma con gran pena, sul suo misero letto con di sopra un materassino; dovette però stare ancora in posizione scomoda e penosa.
Gli si era adattata la sottana e , così vestito, non potendosi spogliare, se ne stava giorno e notte sempre nella medesima posizione.
- Disse il Vicario Rubino: “Quello che più mi faceva senso e stupore, è che in tutto il tempo del suo reumatismo, che non fu meno di circa cinquanta giorni, lo si vide sempre immobile, con invitta pazienza, in una medesima posizione, come un sasso, senza dimostrare alcun tedio o voglia di esser sollevato, o che di bocca uscito gli fosse un minimo lamento. Come lo si lasciava di sera, così nella medesima posizione lo si ritrovava la mattina”.
- Durante questi patimenti si verificava in Alfonso il detto di S. Agostino: “Chi ama, non patisce, e desidera più travagli”.
- “Stando inchiodato sul suo letto – così D. Benedetto Barba Canonico di Avella – , mentre io e Fratello Francesc’Antonio gli aggiustavamo le lenzuola del letto, mi avvidi che sotto il femore destro aveva la sua lunga corona, e che quanti coralli vi erano, altrettanti buchi vi avevano formato. Attribuendolo io a casualità, incaricai il Fratello a volergli togliere un così penoso cilizio. “Toglietelo voi, mi rispose il Fratello, facendomi capire, che il servo di Dio non contento del travaglio, che soffriva, non sapeva come più straziarsi”.
- Ammirabile fu ancora l’ubbidienza di Alfonso ai Medici. Ripeté in varie occasioni: “Si faccia l’ubbidienza al Medico e poi si muoia”. – Questi non aprivano la bocca vedendosi obbediti. Così il Dottor Mauro: “Fu sempre ubbidientissimo in prender qualunque medicamento, quantunque disgustoso. Avendo una delicata sensibilità, i vessicanti gli erano particolarmente penosi; ma non vi fu volta che avesse rifiutato”.
- Attesta anche il Dottor Ferrara: “Si vedeva Monsignore in ogni tempo sottomesso ai Medici, non per desiderio di allungarsi la vita, ma riconoscendo nei Medici la divina volontà, come più volte si spiegò… Un giorno mi disse: – Io mi faccio vecchio, che posso sperare e che posso pretendere? obbedisco per fare la volontà vostra e la volontà di Dio”…
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 42). – Leggi tutto nell’originale.