125. S. Alfonso. Un vescovo povero e attraente. 1767.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
125. S. Alfonso. Un vescovo povero e attraente. 1767.
Sapendosi il motivo della dimora di Alfonso in Napoli, non si finiva di ammirare, come, tra le sue angustie così gravi, avesse di mira le anime.
- I più saggi dicevano: “Scorno dei Vescovi! Questi sono i veri motivi per star lontano dalla Diocesi, non come tanti che colpevolmente vengono in Napoli e attendono a darsi bel tempo. Monsignor Liguori ruba anche i momenti agli affari per guadagnar anime a Cristo”.
- Un Sacerdote di considerazione, incontrandolo per strada, si slanciava a baciargli la mano, dicendo: “Mi vedo mosso al vederlo povero e dimesso; ma non meritano, né presto questo ossequio a quei Vescovi che vestono alla ricca, e si vedono per Napoli con seguito di servitori, e camerieri”.
- Questa sua comparsa fu per tanti Vescovi una censura troppo amara; perché si encomiava la condotta di Alfonso e si vituperava quella degli altri.
- Taluni però non la sentivano così.
Una sera, alla vigilia dell’Assunta, Alfonso entrò per far la visita al Sacramento mentre si cantavano i Vespri nel Monastero di Regina Caeli; si pose ginocchioni in un angolo della chiesa, con una sedia avanti. Si stava per celebrare il Pontificale da tre Abati Rocchettini. Uno di questi, che lo conobbe, vedendolo così male in arnese, guardando Alfonso, e rivolgendosi all’altro disse: “Vedi che razza di Vescovo! Costui svergogna il proprio carattere”. - Questi così pensavano; ma non fu così. Non avendolo appieno riconosciuto il Principe di Monte Miletto, che ivi stava, richiese al servitore, chi fosse. Accertato che era Monsignor Liguori, gli si presenta con rispetto, gli bacia la mano, e per un pezzo se la tenne sulla fronte. Si presentò anche il Duca d’Andria, ginocchioni anch’esso, non si levò, se degnato non si vide con una croce sulla testa. Non altrimenti furono gli ossequi di altri Signori.
Confusi gli Abati gli fecero presentar dal sacrestano un cuscino di velluto, ma Alfonso non se ne servì.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 40). – Leggi tutto nell’originale.