34. S. Alfonso. Un Dio di misericordia in sembianze di Bambino.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
34. S. Alfonso. Un Dio di misericordia in sembianze di Bambino.
O dolce, o amabile, e santo mio Bambino, voi per farvi amare dagli uomini non avete saputo più che fare. Basta dire che da Figlio di Dio vi siete fatto figlio dell’uomo; e tra gli uomini avete voluto nascere come tutti gli altri bambini, ma più povero e più avvilito degli altri, eleggendovi una stalla per casa, una mangiatoia per culla, e un poco di paglia per letto.
Avete voluto comparire a noi la prima volta in questa sembianza di povero pargoletto, per cominciare così a tirarvi i nostri cuori sin dalla vostra nascita; seguendo poi per tutta la vostra vita a dimostrarci sempre maggiori segni del vostro amore, sino a voler morire svenato e svergognato sopra di un legno infame.
E come avete potuto poi trovare tanta sconoscenza appresso la maggior parte degli uomini, mentre vedo che pochi vi conoscono, e più pochi sono quelli che v’amano? Ah Gesù mio, tra questi pochi voglio essere anch’io. Per lo passato io pure v’ho sconosciuto, e scordato del vostro amore non ho atteso che a soddisfarmi, senza far conto di voi e della vostra amicizia. Ma ora conosco il male che ho fatto: me ne dolgo, me ne dispiace con tutto il cuore.
Bambino mio, e Dio mio, perdonatemi per i meriti della vostra santa infanzia. Io vi amo, e vi amo tanto, o Gesù mio… Ma voi sapete la mia debolezza, sapete i tradimenti che vi ho fatti, per pietà non mi abbandonate; altrimenti io tornerò ad essere peggiore di prima.
O Maria, o gran Madre del Verbo Incarnato, non mi abbandonate neppure voi che siete la madre della perseveranza e la dispensiera delle divine grazie. Aiutatemi e aiutatemi sempre; col vostro aiuto, o speranza mia, confido d’esser fedele a Dio sino alla morte.
S. Alfonso, Novena del Santo Natale, Discorso secondo, Il Verbo Eterno da grande s’è fatto piccolo, Leggi tutta la meditazione