S. Alfonso. Un certificato medico per un carcerato

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281. S. Alfonso. Un certificato medico per un carcerato.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

281. S. Alfonso. Un certificato medico per un carcerato.

♦ Da circa tre mesi si trovava nel carcere di Arienzo un povero miserabile di S. Maria a Vico, chiamato Domenico Carchia, per una accusa di contrabbando di salenitro; ed era anche infermo.
Ricorse il povero sventurato a Monsignore Alfonso, il quale subito il 23 febbraio 1769 scrisse al Signor D. Carlo Pavone, Regio Amministratore del nitro nella Torre dell’Annunziata:

“Prego V. S. Illustrissima a volersi degnare farlo scarcerare, giacché si muore di fame, vivendo di pura elemosina, né possiede cosa veruna. Sono sicuro, che voglia a mio riguardo far questa grazia al povero, che ho l’onore raccomandargli, e non farlo morire innocentemente in un carcere. D. Carlo mio fatemi questa carità, che io non mancherò di raccomandarvi al Signore”.

♦ Il Signor Pavone, avendo richiesto, per sua cautela, il certificato del Medico, Monsignore gliela inviò il 12 Marzo:

“Le accludo il certificato richiesto, e spero nella sua efficacia, che voglia vedere in risposta scarcerato il miserabile vecchio infermo. D. Carlo mio, creda, che non può fare carità più grande. Io l’aiuto con la elemosina per il mantenimento, ma al disagio non posso rimediare. Onde spero che V. S. Illustrissima voglia darmi la consolazione di vederlo fuori, e non sentirlo morto in un penoso carcere, privo pure degli aiuti spirituali”..

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 67)  Leggi tutto nell’originale.

“Prego V. S. Illustrissima a volersi degnare di far scarcerare questo povero, che ho l’onore raccomandargli. Le accludo il certificato richiesto. Fatemi questa carità, ed io non mancherò di raccomandarvi al Signore”.