300. S. Alfonso. Un avvocato per difendere i poveri.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
300. S. Alfonso. Un avvocato per difendere i poveri.
♦ La Diocesi di S. Agata, all’ingresso di Alfonso come Vescovo, godeva di sessantaquattro Cappelle ben ricche; e gli Amministratori erano tenuti a presentare al Vescovo, nella solennità del Titolare, circa quattro ducati.
♥ Alfonso, come attesta il Canonico Viparelli, ordinariamente li rilasciava in beneficio dei poveri in mano dei medesimi Amministratori, diceva: “Se sono dei poveri, mi affranco il fastidio di far esito ed introito”.
♦ Monsignore non reclamava alcun diritto, come quasi universalmente si usava, per qualunque relazione che si doveva fare al Re a favore di qualche Chierico, che si poteva promuovere al Suddiaconato o per altro ostacolo che insorgesse. Tutto era carità.
♦ Attesta il Canonico Testa che quando in Curia veniva processato qualche Prete, e condannato dal Vicario a qualche multa, se ricorreva a Monsignore, come sconto bastavano gli Esercizi spirituali, o nelle case della Congregazione o in Napoli in quella della Missione di S. Vincenzo de Paoli.
♥ Alfonso non voleva vedere in nessuno modo i poveri aggravati in Curia, e quando essi si trovavano in difetto, destinò per loro anche un Canonico per Avvocato, affinché nelle occasioni avessero avuto chi li patrocinasse gratis, benché egli fosse per tutti Avvocato e Procuratore.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 69). – Leggi tutto nell’originale.