346. S. Alfonso. Tecnica di orazione mentale.
Pagine Alfonsiane sulla Misericordia
346. S. Alfonso. Tecnica di orazione mentale.
♦ Dilettissimi miei, noi dovremmo essere santi, essendo che da tanto tempo facciamo orazione; ma molti di noi sono imperfetti, parlo di me, la causa è che non facciamo bene l’orazione.
♦ Per fare bene l’Orazione, dovremmo fare bene l’apparecchio, sia remoto che prossimo; così ancora il corpo dell’Orazione, e la conclusione.
♦ L’apparecchio remoto consiste in non diffonderci nelle cose esterne. Ognuno di noi tiene offici distrattivi: chi deve studiare, chi predicare, chi deve fare la cucina. In questi offici non dovremmo totalmente ingolfarci, al punto che ci scordiamo di Dio.
Ogni tanto, almeno nel principio, nel mezzo, nel fine di qualche azione, facciamo qualche giaculatoria. Facciamo come il Nocchiero, che tiene un’occhio fisso alla bussola e con una mano regola il timone della nave; come il marinaro, che sta cogli occhi verso le vele, per vedere che venti escono, e colle mani [al timone]; come il compasso, che con un piede sta fermo, e con l’altro fa il circolo, così noi etc.
♦ Facciamo bene l’apparecchio prossimo, sempre l’atto di Fede. Dice Santa Teresa che non dovremmo figurarci Dio lontano da noi, ma dentro del nostro cuore. Soleva dire un Maestro di spirito [il card. Innico Caracciolo], che alcune anime da lui dirette camminavano assai bene, perché nell’Orazione facevano l’atto di Fede.
♦ Facciamo bene il corpo dell’Orazione: meditiamo, come fanno le api sopra i fiori.
La conclusione sia fatta sempre con tutta la possibile attenzione.
♥ Se non si fa bene l’apparecchio sul principio dell’orazione, ci può esser rimedio, ma nella conclusione… Non facciamo molti propositi, facciamone uno, e particolare; mettiamoci a combattere un vizio, e perciò nell’orazione ricordatevi di quello che dice San Francesco di Sales del mazzetto di fiori: uno entra in giardino, si fa un mazzetto di fiori, l’odora tutto il giorno…
(S. Alfonso, Sentimenti di Monsignore, 23)
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