316. S. Alfonso. Storie di oltraggi e di mitezza.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
316. S. Alfonso. Storie di oltraggi e di mitezza.
- Con pubblica scandalosa pratica viveva in S. Agata un Armigero del Duca di Maddaloni. Non mancò Alfonso, per mezzo del Parroco, di farlo più volte avvertito del suo gran male.
Non vedendo profitto, ed avendone dato parte al Conte di Cerreto, Ajo del Duchino, lo sbirro fu tolto da S. Agata e sbalzato altrove. Accecato d’ira il miserabile andò furioso da Monsignore, entrò da se nella stanza, perché aperta a tutti, e, risentito, lo carica di minacce.
♥ Alfonso, vedendosi così trattato, disse: “Figlio mio, io perseguito il peccato e non voi: lasciate il peccato ed anche io lascerò molestarvi”. - Un uomo d’armi e Gentiluomo, rincrescendogli di vedersi corretto ed anche minacciato, non ebbe ritegno di insultarlo nella propria stanza, minacciarlo e caricarlo di ingiurie.
Alfonso, benché fosse così sgarbato, lo ricevé con tutta gentilezza e lo trattò con i termini i più umani.
♥ L’Arcidiacono Rainone scrisse: “Sembrava che non fosse egli l’offeso, e che facesse il mediatore fra Monsignore ed il soldato”. Alfonso, soffrì pazientemente l’ingiuria, non desistette, se non quando lo vide emendato. - ♥ Un Sacerdote di Frasso pretendeva cosa che non conveniva. Benché respinto dolcemente, si avanzò con termini non dovuti e con parole ingiuriose. E Monsignore, soffrendo, se ne uscì con un sorriso. Il Sacerdote D. Giosuè di Donato, che era presente, testimonia che come fu insensibile nel ricevere l’affronto, così fu fermo nel negargli ciò ché pretendeva.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 63). – Leggi tutto nell’originale.
