287. S. Alfonso. Sollievo dei popoli e consolazione degli afflitti.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
287. S. Alfonso. Sollievo dei popoli e consolazione degli afflitti.
♦ Monsignore Alfonso aveva come propria caratteristica di Vescovo, l’esser misericordioso con tutti. Pertanto non vi era afflitto che ricorrendo a lui, non venisse sollevato.
Essendo stato implicato in omicidio un Mansionario della Cattedrale, lo si dovette carcerare. Ma non reggendo le prove, fu liberato. Non potendosi chiarire se aveva partecipato, o no, restò sospeso. Era questi poverissimo. Alfonso, affliggendosi del suo stato, si interpose, e con i termini più sommessi pregava i Mansionari puntatori, che gli si abbonasse per metà la sua mancanza in Coro. Disse loro: “Quello che fate a questo poveretto lo fate a me”. Per riguardo a lui la rilasciarono per intera.
Non sono da credersi quali e quanti furono i suoi ringraziamenti. Affliggendosi sempre più del di lui stato, tiene più conferenze, e cerca consiglio da persone illuminate, se potevalo o no abilitare alla Messa. Diceva: “In vederlo, mi dà pena: è poveretto e non ha come vivere”.
Con sua relazione lo mandò a Roma a sue spese, ma neanche Roma, essendo inviluppato il caso, volle abilitarlo. Disperato il caso, Alfonso non mancò di soccorrere la famiglia con un fisso assegnamento.
♥ Troppo vasto è il mare di queste opere. Scrisse l’Arcidiacono Rainone:
“Sembrava che Iddio avesse destinato Monsignor Liguori per sollievo dei popoli e per consolazione di tutti gli afflitti. Qualunque fosse il bisogno, o pubblico o privato, esso non mancava interporsi con Ministri supremi, con Magnati, ed anche col medesimo Sovrano per sollevare chiunque, molto più se oppresso; e quanto chiedeva, tanto, per la somma venerazione in cui era presso tutti, otteneva con ammirazione di ognuno”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 67). – Leggi tutto nell’originale.