S. Alfonso. Sicilia 1769. Difesa della verità senza offendere

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156. S. Alfonso. Sicilia 1769. Difesa della verità senza offendere.

Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)

156. S. Alfonso. Sicilia 1769. Difesa della verità senza offendere.

♦ Sicilia 1769. – Alfonso, informato di queste peripezie, adorò i profondi divini giudizi, ed altro non inculcò ai nostri che umiltà e rispetto per tutti; silenzio e sofferenza. Volle bensì che si fosse difesa la verità, ma sempre, come ripeté più volte, senza offesa della perfidia.

Al P. Mancusi, che, ragguagliandolo, si dimostrava afflitto vedendosi denigrati nel buon nome, gli rescrisse. “V. R. teme assai; ed io metto tutta la confidenza in Dio, il quale ci proteggerà come ha protetto la S. Chiesa, che per tutti i secoli è stata perseguitata. Portiamoci bene con Dio, che Iddio ci consolerà in appresso”.

Vedendosi acceso il fuoco, e temendo il P. Blasucci di restarvi bruciato con i suoi compagni, presentò al Consultore Targianni, circa la dottrina di Alfonso e per li Missionarj, un’altra Apologia, robusta e altrettanto sincera.
Anche questa volta restò persuaso il Targianni, anche per quello che seppe d’altra via. Così gli rescrisse il 31 di marzo 1769:

“Di quanto ella mi previene, relativo a sospetti che ha concepito di avere forse il Sacerdote N., adombrato la buona opinione che si ha di lei e dei suoi compagni con critiche rappresentanze, le manifesto che io non ho mai preteso condannare chicchessia, e giudicarlo reo di dottrina cattiva, quanto a me non constasse la malvagità della medesima dottrina. Potrà pertanto esser sicura della mia indifferenza; e se ho parlato a pro di N., ciò è derivato dalla supposizione che questi fosse perseguitato per sana dottrina. Del resto, nulla a me constando, mi compiacerò sentire evangelizzata la pura dottrina cristiana, secondo le massime del Vangelo, dei Padri e della Chiesa”.

(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 43)  Leggi tutto nell’originale.

Sicilia 1769. – Alfonso, informato di queste peripezie, adorò i profondi divini giudizi, e inculcò ai nostri umiltà e rispetto per tutti; silenzio e sofferenza. Volle che si fosse difesa la verità, ma sempre senza offesa della perfidia ricevuta.