75. S. Alfonso. Scelta dei confessori di misericordia.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
75. S. Alfonso. Scelta dei confessori di misericordia.
- Quando si doveva dare a un sacerdote la facoltà di ascoltar le Confessioni, anche col pretesto che il Popolo scarseggiava di Confessori, Alfonso non lo ammetteva all’esame, senza prima informarsi del costume. Voleva sapere, se era uomo di orazione; se terminata la Messa, si tratteneva nei dovuti ringraziamenti; se di sera si vedeva costante alla Visita del Sacramento. E molto di più qual era la di lui conversazione, con chi se la faceva, e se frequentava casa di donne estranee senza bisogno. Se appurava cosa in contrario, e che gli dava negli occhi, bastava per non ammetter chiunque all’esame.
- Dando la facoltà per ascoltar le Confessioni, altro non raccomandava che equità evangelica, lontana dal lassismo e dal rigore. Egli diceva: “La moda corrente quant’è lontana dalla lassezza, altrettanto è portata al rigorismo. Non è questo lo spirito della Chiesa, ne fu tale lo Spirito di Gesù Cristo. Quando mai Giansenio portò un’anima in Paradiso? E l’attuale rigorismo non è che un retaggio di Giansenio. Nostra regola deve essere il Vangelo, per vedere come Gesù Cristo trattava i peccatori, non Giansenio e i suoi seguaci”.
- Egli ricercava nei Confessori somma prudenza e somma carità. Egli diceva: “L’indulgenza è una cosa e la carità è un’altra. Io voglio evitati i due estremi: lassezza, e rigidezza. Abbracciatevi i peccatori, compiangete con essi le loro miserie, e metteteli nella strada, come uno che guida un cieco”.
- Un giorno disse: “Mi fa orrore quel “Non posso assolverli” sputato rotondamente da taluni, senza compungere ed illuminare il penitente. Non è lo stesso che dire ad un cieco “Va e dirupati!?. Come vuole emendarsi il penitente e ritornare pentito ai piedi del Confessore, se non gli si fa conoscere il suo stato, e non vede impegno nel Confessore a volerlo aiutare. Il Confessore se è giudice, è anche padre, e in Dio non va divisa la giustizia dalla misericordia”. Non furono pochi quei sacerdoti che per lassezza riprovò, né altri che per la rigidezza non ammise.
- Non aveva Monsignore determinata l’età per la Confessione delle Donne. Egli soleva dire: “Certe età, non abilitano, né discapitano”. Egli si regolava non dall’età, ma dal costume. Diceva Monsignore: “Vi sono dei vecchi che ancorché decrepiti, non meritano un tal impiego”. E non una, ma più volte si videro i giovani preferiti ai Vecchi, perché più costumati ed esemplari.
- Conferendo il Sacerdozio, Monsignore spronava tutti al Ministero della Parola, ed li animava, come proprio dovere, ad ascoltar le Confessioni. Vedendoli esatti nell’impiego, tutto se ne consolava, e nelle occasioni non mancava di averli presenti e di incoraggiarli.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 30). – Leggi tutto nell’originale.