107. S. Alfonso. S. Agata e la chiesa cattedrale.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
107. S. Alfonso. S. Agata e la chiesa cattedrale.
♦ Non meno zelante fu Alfonso per il decoro della Cattedrale in S. Agata.
In questa non c’era cosa che mancasse. Troppo superba ella è, frutto della prodigalità del fu Monsignor Gaeta, uomo interessato per la Casa di Dio. Vedendo cadente e maltenuta l’antica, la rifece di pianta.
♦ In realtà non ha quasi niente da invidiare il Duomo di S. Agata alle prime Basiliche che sono in Napoli ed in Roma. Grandissimo è il vase, costrutto a tre navi, e con Cappelle sfondate. Ricco è di marmi: proprietà, e buon gusto vi si vede negli Altari; eccellenti sono le tavole e tutte di mano maestra: ricco e di sacri arredi, e cosa non manca per renderlo maestoso.
Non meno magnifico era l’antico. Anche quello vedevasi architettato a tre navi, ma sostenuta quella di mezzo da un apparato superbo di dodici colonne.
♦ C’è motivo di credere che l’antico tempio di Saticola fosse un Panteon, tutto simile a quello di Roma, e che convertito si fosse dai Fedeli al culto di Dio. Cavandosi le nuova pedamenta, un marmo vi si rinvenne con questa iscrizione: J. O. M. C. O. D. I. = cioè: Jovi Optime Maximo, Ceterisque Omnibus Diis Immortalibus.
♦ Vestigio del tempio primiero e sua magnificenza si ravviva oggidì nell’atrio, che cambiato non fu da Monsignor Gaeta. Questo, che ancora esiste, fa della Cattedrale il miglior ornamento. Ha di fronte tre grandi archi, e due dai lati, tutti e cinque sostenuti da dodici colonne, tra le quali ve ne sono due di granito orientale.
♦ Oltre di queste, altre quattro vi sono del medesimo granito, per ornamento della porta dell’odierno Duomo, ma due, che vi erano di verde antico, trasportate si veggono nella Real Villa di Portici. I Capitelli delle colonne sono adornati anche da varie colonnette, che di certo sostener dovevano, come nel Pantheon di Roma, altrettanti idoletti.
♦ Alfonso se non altro stava sollecito, che deteriorata non si vedesse in qualunque cosa. Vedendosi patito in più luoghi, e non curato il tetto, non badando a spesa, chiamò subito i periti, e lo rinforzò con altro legname. Essendo comparsa sotto del Coro, ove corrisponde una cantina, qualche lesione, vi fece frapporre vari arconi.
♥ Subito che vi giunse, non essendo consacrata, la fece consacrare nel 1763, chiamando da Amalfi Monsignor Puoti.
E solo per abbellire i pilastri con croci di marmo e cornucopi di ottone vi spese circa quattrocento ducati.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 35). – Leggi tutto nell’originale.