S. Alfonso. Raccoglimento e amore di Dio

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357. S. Alfonso. Raccoglimento e amore di Dio. 

Pagine Alfonsiane sulla Misericordia

357. S. Alfonso. Raccoglimento e amore di Dio.

♦ Ricorre la Regola del raccoglimento, dilettissimi miei, questa è la Regola delle Regole, se l’osserveremo puntualmente, ci faremo santi, e presto santi.
Ma il male è che questa Regola pare che sia stata esiliata dalla nostra Congregazione. Si vede che quasi tutti escono dalle stanze senza necessità; si vede che tanti parlano senza ritegno nei luoghi proibiti, nella cucina, nel refettorio. Chi si lamenta del cibo, chi della veste, chi del superiore, chi mormora da una parte, e chi da un’altra.
♦ Pertanto io, per animare prima me e poi qualche altro mio compagno, voglio mettervi avanti gli occhi due motivi.
Il primo: noi siamo venuti in Congregazione per imitare più da vicino Gesù Cristo; è stato trent’anni in silenzio, per tre parlò; e di che parlò? della Dottrina che aveva ricevuta dal suo eterno Padre, e pure la notte spendeva a stare in silenzio, e fare orazione.
Il secondo motivo: nella solitudine veramente si avanza l’anima devota. Ricordatevi di quello, che i naturalisti dicono della conchiglia, cioè che ella esce la sera a fior d’acqua, e ricevuta una goccia di rugiada si chiude così bene e se ne va nel fondo del mare, e quivi lavora la perla….
♦ Bella cosa è amare Gesù Cristo con tutto il cuore. Ma quanto son pochi quegli uomini, quei religiosi, e diciamolo pure, e quelli della nostra Congregazione, che veramente nutrono nel loro cuore un tale affetto. Infatti si vede con l’esperienza, che l’amor di molti consiste in sole sole parole, e poco nei fatti, dove dovrebbe invece consistere.
Cosa comporta amare Iddio con tutto il cuore? comporta, se si parla di un semplice cristiano, che osservi puntualmente tutti i dieci comandamenti di Dio; comporta, se si parla dei Religiosi, che attenda, oltre l’osservanza della legge di Dio e della Chiesa, a farsi santo, ad osservare puntualmente i tre voti e la sua Regola.
Veniamo a noi: cosa comporta amare? comporta che un soggetto della nostra Congregazione, un Padre, un Fratello, un Novizio osservi con puntualità la nostra Regola, che si mantenga in continuo raccoglimento, che non esca dalla stanza senza necessità, che non parli in tempo di silenzio, né nei luoghi di silenzio: importa che riceva con umiltà le correzioni, che gli sono fatte, specialmente quelle dei Superiori; comporta che ami i disprezzi, come li hanno amato i santi o almeno li sopporti con pazienza senza sdegnarsi; comporta che ami la mortificazione interna ed esterna; o almeno sopporti quello che Dio gli manda. Comporta che sia come un poco di creta in mano del vasaio.

(S. Alfonso, Sentimenti di Monsignore, 83-84)
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Bella cosa è amare Gesù Cristo con tutto il cuore. Ma quanto son pochi quegli uomini, quei religiosi, e diciamolo pure, e quelli della nostra Congregazione, che veramente nutrono nel loro cuore un tale affetto. Infatti si vede con l’esperienza, che l’amor di molti consiste in sole sole parole, e poco nei fatti.