329. S. Alfonso. Purché non si tocchi l’onore di Dio.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
329. S. Alfonso. Purché non si tocchi l’onore di Dio.
♦ Quando l’insulto cominciava e finiva nella persona di Alfonso, e non aveva rapporto con la gloria di Dio e col bene delle Anime, egli pazientava sempre; ma diventava come un leone se vedeva interessato l’onore di Dio ed il bene delle Anime.
- Una Gentiluomo prepotente e rispettabile per famiglia si era portato da Monsignore e pretendeva cosa che non conveniva secondo Dio. Non vedendosi assecondato, e vedendo il Vescovo contrario, il Gentiluomo, abusando della di lui umanità, lo attaccò con forte alterigia. Vedendo Alfonso, che non la finiva, postosi in contegno, disse: “Questo disgusto io non lo voglio!” E lo disse con tal tono che il Gentiluomo si smarrì, perdette lo spirito, e si tirò indietro.
- ♥ Un Gentiluomo della Diocesi, benestante, ma povero perché consumava tutto nel gioco, avendo un figlio nel Seminario, pretendeva di tenerlo con mezza paga, presentando la sua ristrettezza. Monsignore che sapeva tutto, glielo negò. Sdegnato il Gentiluomo incominciò a lamentarsi e pretenderlo a forza, credendo con questa sua alterigia di sopraffare il Vescovo. Ma Monsignore, postosi in contegno, e battendo il tavolino col rovescio delle dita, gli disse: “Voi non sapete quanto son duro. Quando io non davanti a Dio non lo stimo giusto, levatevelo dalla mente”.
- Questa fortezza in opporsi a i temerari e sostenere l’onore di Dio, si è veduto non in uno, ma in cento e mille episodi.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 64). – Leggi tutto nell’originale.