240. S. Alfonso. Pastore di tutto il gregge.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
240. S. Alfonso. Pastore di tutto il gregge.
♥ Non fu minore la guerra che fece Alfonso al ceto secolare, quando lo vedeva discolo e scostumato. Egli diceva: “Io non sono pastore soltanto dei Preti e Monaci: se così fosse, troppo ristretta sarebbe il gregge. Il gregge propriamente commesso ai Vescovi sono le popolazioni. Ogni Anima di queste è a noi affidata da Dio, e noi siamo tenuti a dargliene conto”.
- Disse l’Arcidiacono Rainone: “Non erano tante le Anime che convivevano nelle Parrocchie, quanti gli informatori che Monsignore vi aveva; e si può dire che se vi era qualche scandalo, si vedeva riparato prima che si sapesse”.
- Il Parroco D. Pasquale Bartolini aggiunge: “Noi possiamo dire che non vi è stato stato Vescovo al mondo, che con tale zelo abbia impedito l’offesa di Dio e promosso il pubblico bene, come Monsignor Liguori. Aveva in tale abominio il peccato, che non mancava di inseguirlo anche nei più cupi nascondigli”.
♦ E se per i Preti e i Frati Alfonso impegnava i rispettivi Governatori, maggiormente li impegnava per veder tolti gli scandali tra secolari. D. Nicolò Pisani, ora Vice-Duca in Maddaloni ed allora Governatore dello Stato, diceva:
“Quasi piangendo ci raccomandava la gloria di Dio ed il bene delle famiglie. Ci diceva: “Voi potete quello che non posso io: volendo, potete riparare a tutto, Quello che potete voi, che state sulla faccia del luogo, non si può neppure dal Sovrano”.
♦ È incredibile come veniva accontentato dai Governatori, avendo questi a cuore più il buon nome presso Monsignore che qualunque lucro; e per averlo presso i Baroni, cosa non tralasciavano per compiacerlo.
♦ Il Canonico Verzella, che fu suo Segretario, ed il Fratello Francescantonio, dicevano:
“Possiamo dire che buona parte delle rendite, Monsignore le consumava, tenendo regalati i Governatori locali, per per averli esecutori contro uomini e donne scostumate quando c’era scandalo. Specialmente soleva rimettere ad essi i capponi che per ragione di rendita gli pervenivano nella vigilia di Natale; e così con cioccolate ed altri dolci, che ben spesso aveva da Napoli”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 58). – Leggi tutto nell’originale.