289. S. Alfonso. Ospitalità misericordiosa del Vescovo.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
289. S. Alfonso. Ospitalità misericordiosa del Vescovo.
♥ L’ospitalità è un dovere che S. Paolo richiede nel Vescovo. Anche in questo si distinse Alfonso, tanto che bonariamente si diceva che l’Episcopio era una locanda pubblica, a comune beneficio.
- Capitando da lui Vicari Foranei, Canonici e Parroci, tutti erano a tavola con esso; e capitando di sera venivano persuasi a dormire in Palazzo, e ai cavalli si dava la biada.
- I Chierici, nonché i Sacerdoti, portandosi da lui o da lui chiamati, erano anche certi che la casa del Vescovo era il loro alloggio; ed essendoci il bisogno, se non si erano sbrigati, con tutta carità, li tratteneva per la notte.
- Anche gli Ordinandi forestieri, che in S. Agata o in Arienzo non avevano amici o parenti, anche erano tenuti a mensa; e se venivano da paesi lontani, tali da non potersi ritirare il medesimo giorno, li faceva partire al giorno seguente.
- Così quelli della Diocesi che arrivavano per l’esame: restavano a tavola, non avendo altra possibilità.
- Anche i corrieri inviati dai Parroci o da altri, e non era poco il traffico di questi, avevano il vitto, e di sera li faceva alloggiare in Palazzo.
- Quando teneva il concorso delle Parrocchie, soleva ammettere a pranzo sia gli Esaminatori che i concorrenti. Disse al Sacerdote Tramontana: “Questo pranzo debbo farlo a forza, e toglierlo ai poveri, perché non è conveniente mandare alcuni di questi alla taverna”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 68). – Leggi tutto nell’originale.