130. S. Alfonso. Opere di misericordia e cautele. 1767.
Incontri di S. Alfonso con la Misericordia di Dio
(seguendo le sue biografie)
130. S. Alfonso. Opere di misericordia e cautele. 1767.
Napoli 1767. Alfonso non restò insensibile al desiderio degli ammalati di averlo come conforto.
Consolò, in vari luoghi, tante Religiose inferme, specialmente se sue antiche penitenti. In questi luoghi si poté vedere quanto egli fosse cautelato per la santa modestia.
- Prevenendo i baciamani, portava la mano sinistra in petto e si avvolgeva la destra con un fazzoletto.
- Pregato per un segno di Croce ad un’inferma sulla fronte, la benedisse ma di lontano.
- Salendo sopra i Monasteri, voleva con sé un Ecclesiastico per sostenerlo, come egli diceva, ma in realtà per sua cautela.
- In questa età, e così piena di acciacchi, non lasciava di premunirsi con cilizi e catenette di ferro, e di sera battersi e flagellarsi.
- In S. Margheritella fece una profezia, ma istantanea e saporita. Da più tempo si ritrovava travagliata in letto Suor Maria Concetta Ronchi. Sentendo che Alfonso era in Napoli, desiderò averlo. La sorella, che era Badessa, lo mandò a chiamare con preghiera volerla consolare; e che volendo, avrebbe richiesto il permesso al Cardinale. Rispose Alfonso: “Non occorre la licenza; domani sarò a vederla e celebrerò per la medesima”.
Non si capì il mistero. Se ne consolò la Badessa, vedendo assecondati i desideri della sorella. La mattina susseguente sollecito Alfonso disse al Segretario: “Fate mettere in ordine la carrozza, perché vogliamo andar a vedere Suor Maria Concetta”. La notte era spirata la Monaca. Giungendo davanti al Monastero, e sentendo che era esposta in chiesa, la servitù ne sorrise. Non così Alfonso. Entra; ed avendola veduta sul cataletto, celebrò per la defunta, come aveva promesso. - Ma quando Alfonso si rendeva conto che le “visite di misericordia” si riducevano a soli complimenti, volentieri se ne disimpegnava. – Le Monache di S. Giovannello, non contente di averlo avuto alla grata, ed assistito alla Messa, insistevano per averlo di nuovo.
Non avendolo richiesto nessuna di esse per cose di spirito, le monache non furono compiaciute. Vedendosi deluse, impegnarono, per averlo, il P. D. Gennaro Fatigati. Anche questi ebbe la negativa; e poiché insisteva, Alfonso, mezzo infastidito, gli disse: “D. Gennaro, io voglio bene a S. Giovanni, ma non a S. Giovannello. Le monache mi hanno fatto perdere un’ora di tempo, ed io ci ho scrupolo”.
(Tannoia, Della vita ed istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso Maria Liguori – Libro Terzo, Cap. 40). – Leggi tutto nell’originale.